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Simona Cavallaro sbranata da un branco di cani: "Solo le bestie fanno una fine così", cosa ancora non si sapeva

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Ha richiamato tanta gente la fiaccolata a Soverato in memoria di Simona Cavallaro, la ventenne aggredita e uccisa giovedì scorso da un branco di cani nella pineta di Satriano, nel Catanzarese, mentre con un amico faceva un sopralluogo in vista di un picnic che avrebbe dovuto tenersi dopo pochi giorni. Presenti anche il padre Alfio e il fratello gemello di Simona, Pietro: "Vorrei tanto che questa giornata fosse la giornata di sempre, non solo la giornata di oggi che ci sono i riflettori accesi", dice Luigia Milano, promotrice della manifestazione. "Vorrei che diventasse un monito vero per le coscienze di tutti, di chi rappresenta le istituzioni affinché tragedie di questo genere non debbano più avvenire. E non solo con le parole ma con i fatti, che dovranno arrivare da domani", prosegue.

 

 

 

 

 

"L’idea è nata perché essendo mamma ho sentito un grande dolore dentro che mi ha spinto a farlo. Non pensavo arrivasse tanta gente, sono commossa". Poi la parola a Pietro, fratello gemello di Simona. "Mia sorella era tutto, era ciò che reggeva noi. Era sempre con noi. Rimarrà sempre con me". A parlare è poi anche il padre di Simona, Alfio: "Tutto potevo immaginare, ma mai che mia figlia Simona facesse la fine che si augura solo alle bestie. Non ci sono parole".

 

 

 

 

 

Non si trattiene Pietro, interviene di nuovo e aggiunge, tra le lacrime: "Non si può andare in un posto pubblico e perdere così la vita". Intanto è stato indagato per omicidio colposo il pastore, un 44enne di Satriano, che sarebbe proprietario dei cani che hanno attaccato e ucciso la ragazza. Gli investigatori dei carabinieri sono ancora in attesa dei risultati degli accertamenti compiuti dai veterinari sui due cani trovati per stabilire se siano dotati del chip di riconoscimento.

 

 

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