Web, dodici anni a chi istiga
alla violenza o fa apologia
Carcerefino a dodici anni per "chiunque, comunicando con più persone in qualsiasiforma, istiga a commettere uno o più tra i delitti contro la vita el'incolumità della persona, per il solo fatto dell'istigazione". Laproposta di istituire il reato di istigazione ed apologia dei delitti contro lavita e l'incolumità della persona, con l'aggravante per coloro che utilizzanotelefono, internet e social network, arriva dal senatore del Pdl Raffaele Lauro. La proposta di legge,presentata dal politico in Senato, prevede da un minimo di tre anni ad unmassimo di 12 di carcere. Pena che va applicata anche a "chiunque pubblicamentefa l'apologia di uno o più fra i delitti indicati. Se il fatto è commessoavvalendosi di comunicazione telefonica o telematica, la pena èaumentata". La proposta prende le mosse dall'aggressione al presidente delConsiglio Silvio Berlusconi, che "ha evidenziato la necessità diintervenire sul diffuso fenomeno, caratterizzato da forme di esortazione allaviolenza e all'aggressione, mediante discorsi, scritti ed interventi, che, invirtù delle moderne tecnologie informatiche, riescono oggi ad acquisire unarilevanza mediatica particolarmente significativa. Si è drammaticamentediffusa, anche tra i minorenni, l'abitudine ad utilizzare gli strumentiinformatici per ledere la dignità delle persone, nelle forme più gravi, dairicatti, alle ingiurie, a sfondo sessuale o razzista, alla diffamazione". Inquesto modo, afferma lo stesso Lauro, si "effettua un correttobilanciamento tra i valori costituzionali, in questo caso tra la libertà dimanifestazione del pensiero (art. 21 Cost.) e la dignità della persona,riguardata nella sua dimensione più intensa, che presuppone la tutela della suavita e della sua incolumità (artt. 2 e 13 Cost.)". Per il senatore del Pdl"il legislatore non può più attendere. Ecco perché, insieme con questodisegno di legge, ho presentato una mozione parlamentare, già sottoscritta dapiù di 50 senatori, di maggioranza e di opposizione, per discutere, al piùpresto, nell'aula del Senato, in un confronto con il Governo, di culturainformatica e degli effetti perversi derivanti dall'uso patologico, da parte digiovani e giovanissimi, del cellulare, e delle conseguenze nei rapportigenitori-figli e sulle istituzioni scolastiche".