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Covid, Consulcesi: formazione degli operatori è segreto del successo della sanità italiana

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«La pandemia ha messo sullo stesso livello tutti i professionisti sanitari, dal medico al tecnico di laboratorio: ognuno ha contribuito con la propria specificità per un unico obiettivo» ha dichiarato Massimo Tortorella Presidente di Consulcesi alla III Conferenza nazionale sulla vulnerabilità e fragilità, voluta da SIMEDET e FNO TSRM-PSTRP, in occasione del Forum Risk Management di Arezzo. Presenti esponenti della sanità da Cesare Mirabelli, Corte Costituzionale a Don Massimo Angelelli, CEI e diversi apicali delle professioni sanitarie di FNOPI, CNOP, FOFI, FNOMCEO, ONB. 
In un confronto sulle vulnerabilità e fragilità del nostro Ssn, Massimo Tortorella a capo del provider di riferimento per la formazione professionale medica, con oltre 200 corsi attivi e 250mila professionisti sanitari assistiti racconta l’effetto della pandemia sull’Educazione Continua in Medicina: «La gestione della pandemia nel nostro Paese è stata la migliore al mondo dopo Israele, gli altri Paesi hanno copiato le nostre misure, a due mesi di distanza. Questo per vari fattori, non ultimo perché i nostri professionisti sanitari sono tra i migliori al mondo grazie alla formazione solida anche grazie all'aggiornamento continuo che fanno. In pandemia, abbiamo riscontrato un picco di richiesta formativa da parte non solo dei medici ma di diverse professionalità sanitare e a farla da padrone la formazione a distanza, che ha visto un incremento di circa il 30%». 
In un confronto aperto tra i nuovi protagonisti non ‘medici’ della sanità, è stata presentata anche la Costituzione etica di cui si è auto dotata la Federazione delle professioni sanitarie FNO TSRM PSTRP.  
«Un progetto unico e innovativo che oltre a rispecchiare i valori delle 19 professioni sanitarie della Federazione è condivisa da tutte le 30 professioni della sanità e che, un giorno non troppo lontano, potrebbe essere adottata da tutto il mondo della sanità. Commenta Guido Rasi, ex direttore EMA e ora Direttore Scientifico di Consulcesi. «che tante realtà diverse si dotino di una carta comune è un grande passo che va in direzione giusta, cioè verso la standardizzazione delle cure che a sua volta è uno degli elementi principali per garantire qualità e sicurezza a tutti i pazienti senza diseguaglianze. La pandemia ci ha imposto una svolta. E per imparare da questo evento imprevedibile, due gli elementi necessari: la centralizzazione e la standardizzazione. Il primo obiettivo, quindi, è quello di creare una cabina di regia, capace di contrastare la frammentarietà della formazione professione». 
Il secondo passo, prosegue, sarà quello di concentrare gli sforzi nella selezione delle nuove conoscenze, oggi più numerose che mai: oggi abbiamo la necessità di filtrare circa 7mila pubblicazioni al giorno, in modo da offrire agli operatori sanitari nuove conoscenze da usare subito nella pratica clinica. È un cambiamento importante che va fatto con grande senso di responsabilità, commenta Rasi. 


 

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