Cerca
Cerca
+

Vaccino, verso la quarta dose. Conferme pesanti sulla Variante Omicron: emergenza infinita?

Alessandro Gonzato
  • a
  • a
  • a

La terza dose di vaccino anti-Covid finora è stata somministrata a più di 7 milioni di persone, una cifra considerevole, come ha sottolineato ieri il coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, Franco Locatelli, il quale però ha già rilanciato: «La quarta dose è una possibilità concreta». La strada, dunque, potrebbe essere quella di una sorta di richiamo annuale, come sostengono da tempo molti esperti, almeno fino a quando tutta la popolazione mondiale non sarà coperta. Fino a ieri pomeriggio, ha comunicato Locatelli, erano 7 i casi di variante Omicron riscontrati in Italia, tutti collegati al focolaio del manager campano. In serata è arrivato l'annuncio del governatore del Veneto Luca Zaia: un 40enne vicentino è stato contagiato dalla variante Omicron del Covid. L'uomo, riferisce Zaia, non ha particolari problemi di salute; subito sono stati sottoposti a tamponi anche i famigliari dell'uomo. In Sudafricana invece Omicron è diventata prevalente ma, ha evidenziato Locatelli, «maggiore contagiosità non significa malattia più grave, né che ci saranno problemi coi vaccini».

 

 

ADATTAMENTO
E però il fondatore di Biontech (produttore con Pfizer del farmaco più inoculato), Ugur Sahin, ritiene che il vaccino «a un certo punto» dovrà essere adattato alla nuova variante: «Il virus cambia velocemente. Il fatto che muti non è niente di nuovo, ma accade con più rapidità di quanto mi fossi aspettato. La mia previsione era che sarebbe successo l'anno prossimo. La domanda è quanto tempo impiegherà Omicron per sostituirsi alla variante Delta. Per un nuovo vaccino», ha spiegato Sahin, «lo sviluppo è molto complesso e dura circa 100 giorni». Nel frattempo il contagio in Italia cresce a ritmo lento ma costante, ed entro Natale se l'andamento rimanesse quello attuale altre 5 regioni potrebbero passare in zona gialla (Veneto, Calabria, Liguria, Marche, Lazio- il Friuli Venezia Giulia lo è già e l'Alto Adige lo sarà da lunedì). Locatelli però sulla possibilità dell'obbligo vaccinale ha frenato: «È l'ultima risorsa, se la situazione dovesse peggiorare. Al momento non vedo gli estremi. Un conto», ha tenuto a precisare il coordinatore del Cts, «sono i Paesi con tassi di vaccinazione bassi, come Germania e Austria, un altro è la nostra condizione: con Portogallo e Spagna siamo il Paese con la percentuale più alta». È contrario all'obbligo anche il governatore leghista del Veneto Luca Zaia: «Sono pratico. Cosa vuol dire rendere il vaccino obbligatorio? Non c'è un modello vaccinale nel mondo che abbia raggiunto il 100%. La vaccinazione obbligatoria prevederebbe il Tso, ed è fattibile in un Paese in cui non possiamo nemmeno chiedere la carta d'identità a un cittadino? Per favore», ha esclamato, «siamo seri!».

 

 

LA SVOLTA
In Veneto il virus corre più che altrove: «Circola soprattutto tra i 656 mila non vaccinati», ha informato Zaia, «e mi si dica qual è la soluzione per svuotare gli ospedali, perché sono stufo di sentirmi raccontare di microchip, grafene e sterilità. Questa settimana, pur con due parametri oltre i limiti, non siamo in zona gialla ma siamo appesi al filo dell'occupazione dell'area non critica». L'incidenza settimanale in Veneto è di 317 casi su 100 mila abitanti (il limite è 150), l'occupazione delle terapie intensive è al 10% (il massimo consentito in zona bianca) e quella in area non critica è all'8. Se quest' ultimo, come indica la tendenza, arriverà al 15, scatteranno le restrizioni. Zaia non è per l'obbligo vaccinale ma ha deciso la linea dura contro i no-vax: per loro niente più tamponi gratis nelle farmacie. «Ci sono priorità, e in questa fase, con un'alta circolazione del virus, siamo arrivati quasi al collasso dei tamponi per uso diagnostico: abbiamo una macchina dei tamponi formidabile, siamo quelli che vaccinano di più, ma ho l'obbligo di dire la verità ai cittadini». In tutto il Paese l'imminente entrata in vigore del super Green pass (lunedì) ha accelerato notevolmente la somministrazione di prime dosi, 232 mila nell'ultima settimana contro le 130 mila di quella precedente. Ieri sono stati scaricati quasi un milione 200 mila Green pass. A trainare il contagio è soprattutto la fascia 12-19 anni, seguita da quella 30-39. L'Istituto superiore di Sanità ha comunicato un netto aumento anche tra gli 0 e 9 anni. 

 

Dai blog