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Benzina a 2 euro, "pronti a bloccare tutto": quando i camionisti possono paralizzare l'Italia

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“Milleduecento euro per un pieno, pochi mesi fa erano 300, non è possibile andare avanti così. La rabbia di Marco Riccobelli, titolare della ditta di autotrasporti Riccobelli Srl e presidente Fai Conftrasporto Roma e Lazio, è tanta. La sua ditta ha 23 camion e altrettanti autotrasportatori a bilancio, ma a causa del caro carburanti è stato costretto a fermarne due. Troppo alto il costo del carburante, che di fatto impedisce margini di profitto: “In un anno abbiamo avuto aumenti del 40%”, snocciola le cifre". spiega al Corriere della Sera.

 

 

Ma tutto il settore è in rivolta. Si chiede un intervento urgente del governo, già alle prese col caro bollette nel primo trimestre dell’anno dovuto ai costi alle stelle del gas. La soluzione, secondo Riccobelli, è quella di “togliere le accise, ormai fuori tempo e senza più senso, anche perché durante i periodi più bui della pandemia il settore non ha ricevuto ristori o sostegni e i costi si sono moltiplicati”, precisa.

 

 

Il rischio è che il caro benzina possa bloccare il Paese.  Anche l’Anita, l’associazione delle Imprese Trasporti automobilistici, spiega che il governo “non può ignorare questa emergenza, le piccole e medie imprese sono al collasso, i costi per l’approvvigionamento di carburante rappresentano il 30% dei costi totale di gestione”. E Unatras, la federazione nazionale che riunisce tutte le sigle dell’autotrasporto, spiega che per le imprese “sia più conveniente spegnere i motori anziché continuare a viaggiare, la situazione è allarmante”. Il dato che preoccupa è che in Italia l’80 per cento delle merci viaggia su strada.

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