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Ustica, la mostra che infanga i generali assolti: a Bologna la vergogna sulla tragedia del 1980

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Massimo Sanvito
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Non c'è pace per quelle 81 vittime innocenti. Proveranno ancora a riscrivere la storia. Torneranno a parlare di battaglia aerea. Continueranno a fregarsene delle assoluzioni tra i generali dell'Aeronautica e delle perizie messe nero su bianco dai massimi esperti mondiali che hanno concordato sulla bomba a bordo piuttosto che sul missile o sulla collisione tra aerei. Ma soprattutto faranno cassa, biglietto dopo biglietto, su una strage ancora irrisolta: 20 euro a ingresso, domani a Bologna, al Museo della Memoria su Ustica (gestito dall'associazione dell'ex senatrice Ds Daria Bonfietti che raccoglie i parenti delle vittime), per un'iniziativa organizzata da «I Love Emilia-Romagna» che vuole svelarne i "misteri", raccontando «la storia e le indagini che circondano questa misteriosa vicenda». Erano le 20.59 del 27 giugno del 1980, quando il DC-9 partito dall'aeroporto Marconi di Bologna e diretto a Palermo Punta Raisi precipitò nel Tirreno. Il relitto è conservato in quel museo: sarà la prima volta che si pagherà per entrarci e lo si farà per ascoltare ricostruzioni distorte, mezze verità, sentenze passate e da tempo superate.

 

 

IMPIANTO ACCUSATORIO
La visita guidata sarà imperniata sull'ordinanza-sentenza del giudice Rosario Priore datata 1999: alcuni imputati vennero assolti (nella parte di sentenza), mentre altri, in particolare i generali dell'Aeronautica, rinviati a giudizio (nella parte di ordinanza). Un impianto accusatorio che si è sciolto durante l'infinito dibattimento - 272 udienze solo nel primo grado - concluso nel 2007 in Cassazione. I vertici, che avevano rifiutato la prescrizione proprio per dimostrare la loro completa estraneità, furono tutti assolti con formula piena dalle accuse di alto tradimento e depistaggio. Non solo. Nella stessa sentenza, infatti, si legge che in merito alla presunta battaglia aerea ipotizzata da Priore «vi sono solo deduzioni, ipotesi, ma nulla che abbia la veste non solo di una prova ma anche di un indizio». Quel paventato combattimento tra i cieli italiani era «più la trama di un libro di spionaggio ma non un argomento degno di una pronuncia giudiziale».

 

 

Non ci sta l'Associazione per la Verità su Ustica. La presidente, Flavia Bartolucci, figlia del generale Lamberto, capo di Stato Maggiore della Difesa ingiustamente coinvolto nella strage di Ustica e in seguito assolto, e la presidente onoraria, Giuliana Cavazza, che in quel disastro aereo perse la madre, puntano il dito contro l'iniziativa di domani. Anche perché ci fu una perizia tecnico-scientifica, a opera del collegio Misiti (dal nome dell'ingegnere membro e in seguito sottosegretario e viceministro nei governi Berlusconi), composto da 11 tra i maggiori esperti al mondo - italiani, tedeschi, inglesi e svedesi-, che tra il '90 e il '94 avvalorarono la tesi dell'ordigno a bordo. «Sono elementi indiscutibili che gli organizzatori delle visite non possono omettere di ricordare ai loro ospiti, purtroppo a pagamento», sottolineano Flavia Bartolucci e Giuliana Cavazza. Contrario all'iniziativa anche l'ex senatore Carlo Giovanardi (Popolari liberali), che a Libero spiega: «Tortora fu arrestato e linciato con la falsa accusa di essere uno spacciatore e infine assolto con formula piena ma qualcuno continuò a considerarlo un delinquente semplicemente perché finì in galera. Per Ustica è la stessa cosa: nonostante la Cassazione bolli come fantasia la battaglia aerea e i missili si vuole comunque continuare su questa tesi. Che poi si chiedano 20 euro per entrare in un museo che è anche una sorta di santuario per le vittime della strage, per una ricostruzione che non fa riferimento alle perizie ma alla famosa ordinanza del giudice Priore poi completamente smontata negli anni, è una vergogna».

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