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"Vaccino ogni anno": ecco cosa c'è dietro questa frase che fa ripiombare nell'incubo, punture a vita?

Claudia Osmetti
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È che basterebbe un po' di chiarezza. Lo faremo o non o lo faremo, 'sto benedetto vaccino, il prossimo autunno? E sarà un richiamo annuale, cioè il braccio dovremmo mettercelo ogni ottobre? Non si sa, è (ancora) la fiera dei "vedremo". Che, tra l'altro, non fa che alimentare il malcontento, la preoccupazione e pure la polemica. Come quella dei no-vax che non si sono convinti con una campagna di massa a marzo dell'anno scorso, non si sono ricreduti con le fiale "tradizionali" (il Novavax, per intenderci) e nulla lascia intendere che, complice l'indecisione di questi giorni, torneranno sui loro passi. Ministro Speranza, ci rivolgiamo a lei: è meglio parlare chiaro, sapere a cosa andremo incontro. Dopotutto due anni di pandemia una cosa ci hanno insegnato: che bisogna organizzarsi. Arrivare preparati, con idee precise. L'ultimo dei "penso" l'ha detto, ieri, il sottosegretario alla Salute Andrea Costa (Noi con l'Italia): tra poco «avremo un vaccino aggiornato e io credo (ecco, ndr) che andremo nella direzione di un richiamo annuale». Nulla di certo, quindi. Un'altra ipotesi da mettere nel plico delle carte possibili. «Quarta, quinta, sesta dose», continua Costa, «rischiamo di fare confusione e di veicolare il messaggio sbagliato». Ma dai? «Chi fa il vaccino contro l'influenza da vent' anni non è alla ventesima dose, è un vaccino annuale». Allora è questo che ci tocca? Ci si accontenta di un briciolo di comprensibilità. Però non possiamo, di nuovo, rimanere appesi ai "forse". A ottobre mancano appena cinque mesi, sono un soffio quando si deve riattivare una macchina come quella della vaccinazione, quando bisogna incastrare le disponibilità del personale e riaprire le strutture.
 

 

LA RACCOMANDAZIONE

E poi: sarà obbligatorio (e con quali garanzie visto che, due settimane fa, di multe ad altrettanti no-vax ultra 50enni ne sono già state inviate 1,2 milioni, segno che, evidentemente, gli irriducibili pronti a dar battaglia ci sono eccome)? Oppure solo fortemente raccomandato? Sor Costa, guardi: qui a Libero che i vaccini ci han salvato la pelle non lo mette in discussione nessuno. Che è stato l'unico modo di essere protetti da questo cribbio di Coronavirus, idem. Lo capiamo.
Come capiamo che certe decisioni le prende il governo tutto assieme, che sono questioni delicate. E che la scienza ha i suoi tempi, i suoi protocolli. Non è che uno schiocca le dita e, tac, le fiale che ha davanti passano dall'essere performanti sul ceppo originario di Wuhan a Omicron. Però quello è il compito dei ricercatori. Dei virologi, degli infettivologi. Il suo (mica solo il suo, ci scusi sa: non ce l'abbiamo con lei) è un altro. La politica dovrebbe programmare. Dovrebbe stabilire, dovrebbe coordinare. Non ripararsi dietro al ventaglio degli "aspettiamo le evidenze scientifiche". Sacrosanto, per carità. Ma ditecelo una volta per tutte. Anche gli esperti, sul tema, litigano. Non è una novità. Chi è a favore del vaccino annuale, chi preferisce la quarta dose solo per i fragili. Va bene. Eva bene anche (spiega ancora Costa) che continuare a parlare di punturine nominandole con numeri progressivi manco fossero le classi delle elementari aumenta il rischio «che passi il messaggio che il vaccino non protegge, e non è così». Però, allora, facciamo un passo indietro e cerchiamo di capirci. Fino a qui siam stati bravi, se non altro: il 90,07% della popolazione italiana con più di 12 anni il proprio ciclo l'ha completato, il 91,48% ha almeno una dose, l'82,96% si è fatta persino al terza. È sufficiente parlare chiaro.
 

 

CONTAGI SEMPRE MENO

Peraltro, c'è da registrare la situazione relativa al contagio in miglioramento. Stando al bollettino di ieri, sono 7.537 i nuovi casi Covid in Italia, contro i 14.826 di domenica e soprattutto i 9.820 di lunedì scorso, a conferma del costante calo. Si tratta del dato più basso dell'anno: mai così pochi casi dal 22 novembre 2021. Il tasso di positività scende dal 10,4% al 9,4%, giù pure i ricoveri - ordinari e in terapia intensiva -. Sperém. E intanto dal 1° giugno stop al green pass per l'ingresso in Italia: la misura non sarà prorogata.

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