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Satanismo, stupri e botte: la scoperta choc in una botola

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Stupri, botte, violenze di gruppo, riti satanici, messe nere. Una spirale di macabra violenza a cui è stata sottoposta una giovane donna per anni, ad opera della coppia a cui lo Stato l'aveva data in affido. È accaduto in un piccolo centro in Lombardia. Solo nella giornata di ieri - 5 ottobre - è stata messa la parola fine a questa vicenda raccapricciante, con l'arresto dei due affidatari, mentre la vittima era chiusa in una botola per impedire che venisse salvata dai servizi sociali. Nel frattempo, i genitori aguzzini avrebbero dovuto ricevere altri due ragazzini in affido dal tribunale dei minori. 

 

 

 

Secondo quanto riporta il Giornale, tutto è cominciato con la vittima che, a sedici anni, inizia a subire le attenzioni sempre più pesanti dell'uomo. La moglie, che inizialmente sembra non accorgersi di quanto accade, si rivela poi pienamente consapevole e complice delle perversioni del marito. La giovane viene così soggiogata in tutti i modi e costretta a rapporti sessuali nel seminterrato della loro abitazione. Dai capi di imputazione, tra l'altro, emerge un dettaglio non irrilevante: il padre affidatario gestiva un avviato centro di registrazioni musicali, per cui le imbottiture utilizzate per insonorizzare gli studio venivano dall'aguzzino per impedire che le urla della vittima venissero udite all'esterno della stanza. Negli atti si leggono descrizioni agghiaccianti delle violenze perpetrate. La ragazza riferisce persino di aver subito abusi durante un rito satanico, da parte non solo della coppia, ma anche da cinque uomini mascherati e incappucciati.

 

 

 

All'età di diciassette anni, la giovane rimane poi incinta a causa delle ripetute violenze del padre adottivo. Ma la successiva nascita del bambino non mette fine alle persecuzioni, che anzi proseguono e si aggravano. Quando a un certo punto la ragazza riesce a scappare e a rifugiarsi in un'altra regione viene individuata, raggiunta, narcotizzata e riportata in Lombardia, nuovamente nelle grinfie della coppia. Ora i due aguzzini sono in carcere con l'accusa di sequestro di persona e di stupro di gruppo. E da loro dipende la possibilità di dare un nome agli altri colpevoli, i cinque mascherati sotto i cappucci che hanno contribuito a devastare una giovane vita. 

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