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Vittorio Feltri: Bossetti in cella, ma sul caso Yara restano parecchi dubbi

Vittorio Feltri
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Non intendo scrivere il solito articolo contro la giustizia ingiusta, che sarebbe un po' come dire che il ghiaccio è freddo. Mi permetto di porre solamente qualche quesito a cui non sono stato in grado di fornire risposte soddisfacenti. Le cronache di ieri informano che la pm del caso Yara va indagata perché ha reso inservibili le prove scientifiche (dna e roba simile) in base alle quali Massimo Bossetti è stato condannato all'ergastolo, in quanto ritenuto reo, oltre ogni ragionevole dubbio, di aver assassinato- non si è mai capito niente di questa faccenda- Yara Gambirasio, una ragazzina di soli 12 anni. Secondo le ultime notizie, la magistrata Letizia Ruggeri, stando alla procura di Venezia, non avrebbe provveduto a conservare adeguatamente il materiale biologico che ha costituito la prova regina per incastrare il muratore bergamasco. Cosicché non è stato possibile ripetere le analisi allo scopo di verificare l'esattezza del primo risultato.

 


Evidentemente non disponiamo degli strumenti per addentrarci nella specifica questione. Tuttavia un dato ci risulta bizzarro e lo sottoponiamo all'attenzione dei lettori. Bossetti da dieci anni è in galera pur invocando tramite i suoi legali la necessità di eseguire nuovamente gli esami dei reperti. Da notare che egli continua da sempre a proclamarsi innocente, cosa sulla quale noi non dubitiamo. Ebbene, soltanto adesso, a distanza di tanto tempo, viene il sospetto che la dottoressa Ruggeri, pur essendo considerata abile nel suo mestiere, non sia stata capace di preservare adeguatamente i 54 campioni di DNA trovati sul corpo della fanciulla morta. Dieci anni per comprendere una cosa tanto semplice sono troppi, come si spiega un ritardo simile per accertare un particolare tanto agevole da verificare?

 


Questo ci stupisce. Intendiamoci, non è scontato che la pm sia colpevole di negligenza, spetterà alla stessa magistratura stabilirlo. Tuttavia, permane il problema riguardante il fatto che sia trascorso un decennio dalla condanna di Bossetti e che nessuno abbia compiuto accertamenti sulla attendibilità delle indagini che hanno distrutto la vita di un povero cristo, rinchiuso in cella da lustri. Su questo punto desidereremmo avere maggiori delucidazioni. Infatti, se la prova del Dna non è ripetibile sull'unico campione disponibile, essa non può in alcun modo essere considerata accettabile e determinante. Questo lo intuisce persino un deficiente. Possibile che nessun tribunale abbia valutato la faccenda in modo logico e razionale?
Poniamo il caso che la Procura di Venezia confermi che è stato commesso un gigantesco sbaglio da parte della signora Ruggeri, è evidente che bisognerebbe revisionare il processo valutando altri elementi diversi da quelli serviti per sbattere in carcere Bossetti. Quali elementi? Un mistero. La fine pena mai, inflitta al muratore, costituirebbe un gravissimo errore giudiziario, tra l'altro imperdonabile. Attendiamo poco fiduciosi il termine di tale assurda vicenda. Speriamo almeno che questa ultima fase dell'inchiesta proceda velocemente.

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