L'agguato

A1, "come è iniziato tutto": la testimonianza che cambia il quadro

Centocinquanta da una parte, altrettanti dall’altra si sono scontrati a volto coperto, incappucciati, con sassi, bastoni e lancio di fumogeni sull’autostrada A1, al km 364, costringendo la polizia stradale a chiudere al traffico il tratto aretino. Lo scontro avvenuto oggi tra ultras di Napoli e Roma, diretti i primi a Genova gli altri a Milano, sarebbe stato frutto di un vero e proprio agguato da parte dei tifosi del Napoli, secondo quanti presenti nell’area di servizio Badia al Pino, teatro della rissa. Non è escluso che i tifosi, tutti a bordo di minivan, possano essere intercettati nelle città di destinazione, nel tragitto verso i rispettivi stadi, per essere identificati. 

"I tifosi – racconta una testimone di passaggio al Corriere - sono scesi dalle auto e dai bus, erano tutti incappucciati e vestiti di scuro, avevano bastoni e lanciavano petardi e lacrimogeni verso l'Autogrill. Momenti di terrore per tutti noi". 

"Quanto è accaduto è veramente pazzesco, questa gente ha creato 15 chilometri di coda e han dovuto chiudere l’autostrada. È gente organizzata per fare violenza, se si riuscirà a identificarli grazie alle telecamere che ci sono, anche alla luce di quanto successe in quell’area di servizio nel 2007 (omicidio Sandri, ndr), spero gli diano non solo il daspo ma che gli facciano pagare tutti i danni che hanno creato a quella parte consistente di gente in viaggio", ha tuonato il sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli. Che ha rivelato: "Questo fa parte di una escalation di violenza che non è accettabile con la scusa del calcio si va con il volto coperto, si lanciano petardi e si impugnano bastoni".