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L'orgoglio dei lavori umili: perché l'Italia forse ha un futuro

Francesco Specchia
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Un rider che si sublima nelle lunghe distanze. Un venditore di polpi di contrabbando che si converte alla scrivania. Una bidella che vive sui treni alla ricerca del tempo perduto. Il bello del lavoro -diceva Conrad- sta nella possibilità di trovare se stessi. Mentre infuria la polemica trita sul "lavoro povero" e sul reddito di cittadinanza, tre storie, in queste ore, attraversano la cronaca e rendono l'orgoglio di chi considera la dignità del lavoro una priorità. La prima vicenda è quella di Filippo Bazerla, il rider che aveva mandato in crisi Andrea Bassi, già consigliere regionale di Lega e Fratelli d'Italia. Bassi si era dichiarato pentito dei chilometri «da Verona sud a Bussolengo» (50, andata e ritorno, ndr) che il ragazzo aveva dovuto macinare per consegnargli panino e patatine ordinate in un fast food e ricevute tramite servizio di delivery. In pratica, una condanna impietosa del lavoro precario già martirizzato sulle due ruote.

Eppure, Bazerla, il ragazzo sui pedali, non s' è affatto scomposto, anzi. Ha tirato il fiato e scritto su Facebook: «Non mi sento sfruttato perché non conta la quantità di denaro nel mio modo di essere quanto piuttosto la qualità del tempo in cui vivo: in soldoni, se vado in ufficio e devo stare in silenzio otto ore, per fare due ore di pausa pranzo, insomma queste cose alienanti e per me almeno tristi, io rifiuto». Quindi: lavoro duro ma anche scelta di vita.

 

 

 

SEMPRE IN VAGONE

Che richiama la scelta di vita della seconda storia: quella di Giuseppina Giuliano, 29 anni, vincitrice di concorso da «operatrice scolastica», che a Napoli si alza alle 4 di mattina, prende il treno delle 5.09, va a lavorare al liceo artistico Umberto Boccioni di Milano alle 10.30, e riparte per Napoli col Frecciarossa delle 18.20. Ogni santo giorno. Giuseppina è la bidella volante, nessuno come lei. Ma perché, benedetta donna, si sottopone ad una fatica di 1600 km al dì che stroncherebbe un toro, e che le smeriglia lo sguardo e l'esistenza? «E come si fa con uno stipendio di poco più di mille euro? La vita a Milano è troppo costosa. Meglio spendere 400 euro al mese di treno: molto meno di una semplice stanza in condivisione», dice lei intervistata dal Giorno. «So che può sembrare una follia», continua vedendo scorrere le sue giornate dal finestrino del treno. Non "può sembrare una follia".

Probabilmente è una follia. Eppure, la sua tenacia nel cercare di non perdere il posto fisso dopo averlo finalmente acciuffato, non le stinge il sorriso. Un sorriso che la muove a pensare che un giorno il benedetto trasferimento arriverà come luce dal cielo. Ed è, tra l'altro, un sorriso uguale a quello di Massimiliano Zuccarello, detto «Costumino». «Costumino» lo chiamano così da quando le telecamere di L'aria che tira di La7 lo beccarono in una spiaggia siciliana, sdraiato su un telo accompagnato da una feroce abbronzatura e l'aura del fancazzista che campava col reddito di cittadinanza e vendendo polpi appena pescati. In quell'occasione "Costumino", che aveva perso l'impiego, dichiarò di preferire percepire il Rdc invece di darsi a lavoretti stagionalmente irrispettosi, mica era scemo.

 

 

 

CENTRO PER L'IMPIEGO

Epperò, incalzato dalla conduttrice Myrta Merlino, l'uomo non s' era del tutto perduto; e affermava di essere anche «disposto a lavorare». Sicché il programma del La7, trasformatosi in centro per l'impiego (o in agenzia internale dell'agenzie interinali, secondo la nuova dottrina meloniana del Rdc) l'ha spinto nelle braccia di Antonio Rasizza, interinalissimo datore di lavoro. Il quale prima l'ha assunto a termine come impiegato di concetto; e poi- data la bravura del percettore- gli ha donato l'impiego fisso. E lì, Massimiliano, da L'aria che tira ha fornito ai detrattori una profonda lezione: «Accettate, qualsiasi lavoro è dignitoso. Io sono l'esempio vivente che i sogni si possono realizzare!». Che è un po' una roba da libro Cuore. Ma sembra anche la trama intermittente di tre racconti di Paul Auster. Dignità del lavoro, tenacia e uomini di buona volontà. Informare Giuseppe Conte da Cortina, please... 

 

 

 

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