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Daniele Usai, lo chef smaschera l'influencer scroccona: "Vieni e paga come tutti"

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Giorgio Valleris
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Dopo un pasto gustoso al ristorante c’è chi paga in contanti, chi con carta di credito e chi con un post sui social. O almeno ci prova. Ma quanti follower “costa” una cena nel ristorante dello chef stellato? Se lo sarà chiesto Paola, blogger professionista e - parole sue - fondatrice della “unica community al femminile in Italia per blogger di viaggio” che nei giorni scorsi ha contattato chef Daniele Usai, patron del ristoranti “Il Tino” (una stella Michelin) e del bistrot “Quarantunododici”, entrambi all’interno del complesso nautico Nautilus, a Fiumicino. Una mail con una proposta semplice: con un gruppo di 5-7 blogger saremo da quelle parti il 10 febbraio e «in cambio della vostra ospitalità offriamo promozione attraverso i profili social».

 

 

 

Da parte sua, lo chef ha risposto in modo educato ma pepato. «Se vorrete venire presso uno dei nostri ristoranti ne saremo lieti, ma sia chiaro, pagherete il conto come tutti i nostri ospiti. Questo vi consentirà anche di essere liberi quando racconterete sui vostri social l’esperienza fatta da noi. Si chiama onestà intellettuale senza conflitti di interessi». La ciliegina sulla torta arriva poi con il post scriptum finale: «Ho visto la vostra pagina instagram ed avete la metà dei follower che ho io sulla mia pagina privata».

Una polemica non del tutto nuova e che ricorda da vicino quella in salsa messicana di qualche mese fa quando il famoso chef messicano Edgar Núñez I Magana si era rifiutato di farsi «pagare in visibilità» una influencer, definendola una «scroccona internazionale». Lei lo aveva contattato proponendo uno scambio Con un gruppo composta da 5-7 blogger (numero preciso da confermare) faremo una visita guidata al sito archeologico di Ostia Antica e al Museo delle Navi Romane di Fiumicino. Vi scrivo per proporvi una coilaborazione venerdì 10 febbraio visto che siete in zona. In cambio della vostra ospitalità offriamo promozione attraverso i profili social delle singole partecipanti e della community, oltre a citarvi tra le attività del tour sul magazine e sui nostri blog, da cui i prossimi turisti a Ostia prenderanno spunto per i loro itinerari. pubblicitario: una cena gratis insieme al suo fidanzato in cambio di un post instagram nel quale consigliava il locale.

 

 

 

Una vicenda che aveva mandato su tutte le furie il “capitano uncino”, Francesco Facchinetti che, sui social, non le aveva mandate a dire: fate il grano, fate i soldi, spendeteli. Siete delle bestie. Se guadagnate spendete, perché accumulare dei soldi, ve lo posso assicurare, porta anche male. Ma l’antesignano di questa “guerra” a fil di rete tra professionisti del mondo della ricettività è Paul Stenson, proprietario del lussuoso “Charleville Lodge Hotel” di Dublino che, nel 2018, aveva presentato un conto di 5.289.000 euro alla vlogger inglese Elle Darby per la “pubblicità” che la storia in questione aveva portato non tanto a lui ma alla influencer. Darby aveva infatti inviato una mail all’albergatore chiedendogli di ospitarla gratis insieme al suo ragazzo per un weekend in cambio di menzioni sui social network. Richiesta che Stenson aveva rifiutato con decisione, per poi pubblicare lo scambio di mail su internet, pur senza citare la ragazza in questione.

Corsi e ricorsi storici a parte, la questione è tutt’altro che futile. Pare non si tratti di comportamenti isolati ma di un modo di agire, o meglio un malcostume, sempre più diffuso. Ma quanti sono gli albergatori o i ristoratori che accettano queste proposte? Offerte del tutto lecite, beninteso ma quanto opportune? Di certo, l’involontaria protagonista di questa storia non aveva scelto un ristorante qualsiasi ma aveva puntato in alto dal momento che Usai aveva già lavorato in diverse strutture stellate. Non è una novità che, per qualcuno, lavorare sul web è un ottimo affare. Si va da i nano influencer (quelli con una base di fan che oscilla tra i 5 mila e i 10 mila) i cui post vengono offerti a 250 euro e anche più fino ai mega influencer che possono chiedere anche anche 15 mila euro a post secondo i dati forniti da DeRev, azienda che si occupa di strategia e identità digitale. Influencer o scrocconi? Di certo stiamo assistendo alla rivincita dei ristoratori che, oltre a doversi occupare delle recensioni degli utenti sulle varie piattaforme online, ora devono guardarsi anche da youtuber, blogger, vlogger e nuovi professionisti del web che lavorano in un mondo virtuale ma che, come tutti noi, apprezzano il buon cibo, quello vero. 

 

 

 

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