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Firenze, minacciata perché sorella di un "fascio": 16enne cambia scuola

Daniele Dell'Orco
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Per settimane, a fine febbraio, il panorama politico, giornalistico e intellettuale italiano è stato totalmente assorbito dal dibattito deflagrato dopo la rissa tra studenti di destra e di sinistra fuori dal Liceo Michelangiolo di Firenze. Sembrava quasi che l’Italia sarebbe dovuta sprofondare nello squadrismo da un momento all’altro e che solo una imponente levata di scudi democratica e antifascista avrebbe potuto salvare il Paese dall’apocalisse. Aldilà della ricostruzione dei fatti del 18 febbraio, già di per sé artefatta per veicolare un messaggio antigovernativo, ora che il bat-segnale si è spento, l’allarme fascismo è rientrato e i supereroi hanno riposto la calzamaglia nel cassetto, quella brutta storia di intolleranza a Firenze non è affatto terminata. Anzi, coi riflettori spenti, a continuare a pagare lo scotto di tanto livore sono rimasti gli incolpevoli.

 

 


La sorella di uno dei giovani di Azione Studentesca protagonisti della rissa, e indagato per lesioni, è stata gravemente minacciata e ha scelto di cambiare scuola. Alla 16enne sono state rivolte scritte minacciose su una porta proprio dell’istituto Michelangiolo da lei frequentato fino al mese scorso. Il suo cognome era stato vergato con un pennarello rosso, così come la scritta “Occhio!” seguita da una stella e da una falce e martello, anch’esse rosse. Sulla stessa porta c’era un altro disegno, una saetta nera che rompe un cerchio dello stesso colore, simbolo dei centri sociali vicini agli autonomi.

Alla ragazza, che non appartiene ad alcun gruppo politico, sono stati rivolti epiteti come “fascista” e da quel giorno di febbraio vive immersa in un clima a dir poco ostile. La famiglia della giovane ha ritenuto necessario iscriverla in un altro istituto per motivi di sicurezza, temendo per la sua incolumità che evidentemente la scuola non è in grado di garantire. Già il fratello, che invece frequentava l’ultimo anno del Liceo scientifico Castelnuovo, si era trasferito. E, pur essendo stato direttamente implicato nello scontro, è comunque di per sé molto poco conciliante, pacifico, democratico e pedagogico il fatto che un giovane che non è certo il mostro di Firenze debba tecnicamente autoesiliarsi per sfuggire ad un clima avvelenato.

 


Ma che debbano risultarne coinvolti addirittura profili totalmente estranei alla vicenda senza che nessuno si prenda la briga di pronunciare la benché minima parola di condanna è davvero molto grave. «Tutto questo evidenzia un clima incandescente. Se una ragazzina è stata costretta a cambiare scuola, evidentemente ci sono stati dei motivi, di pressione, che l’hanno portata a una scelta del genere. Se tali motivi fossero politici, sarebbe gravissimo. Perché significherebbe che la minore ha subito intimidazioni ingiuste», ha commentato il capogruppo in Consiglio comunale di Fratelli d’Italia, Alessandro Draghi. Mentre la dirigente scolastica del liceo Michelangiolo, Rita Gaeta, per il momento ha preferito non commentare. Come hanno fino ad ora preferito non commentare e magari non hanno nemmeno preso coscienza della vicenda gli esponenti delle istituzioni, il sindaco Nardella, i politici locali e nazionali di Pd, 5 Stelle e Sinistra sempre pronti a riempirsi la bocca di retorica contro la violenza e contro l'odio politico. Solo quando conviene. 

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