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Vittorio Feltri contro i "campeggiatori": "Fatevi il mazzo, non la tenda"

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In pochi giorni, da quando ha deciso di impiantare una tenda nei pressi dell’università per protestare contro gli affitti milanesi giudicati eccessivi, una ragazza di Bergamo, Ilaria, è diventata famosa in tutta Italia. La gente le dà ragione perché in effetti le pigioni sono molto alte e non accessibili a chi non ha un portafogli adeguato. D’altronde è ovvio, una vecchia abitudine, che le persone poco abbienti ce l’abbiano con il rincaro dei prezzi e pretendano comunque di vivere come i ricchi. Esse non ragionano ma vogliono ottenere certi beni sborsando quel poco che hanno. Non sanno, o non vogliono sapere, che in tutte le capitali, non solo d’Europa, un monolocale costa un occhio della testa quanto nei pressi della nostrana Madonnina. A dettare legge in campo immobiliare, come in ogni settore, è il mercato, pertanto è assurdo protestare: quaranta metri di pavimento in locazione richiedono l’esborso di quasi mille euro mensili.

La ragazza orobica è stata subito imitata da vari suoi coetanei che frequentano il Politecnico. Presto le piazze nei pressi degli atenei milanesi si trasformeranno in tendopoli. Sarà una follia, giacché i nostri giovani ignorano che esiste il pendolarismo, a cui tutti quelli della mia generazione, senza contare i nostri figli, si sono sottoposti per laurearsi nel capoluogo lombardo. Infatti all’epoca varie facoltà non erano attive in provincia, per esempio a Bergamo, pertanto molti di noi la mattina si alzavano presto, salivano sul treno in orari antelucani e si recavano all’università, e la sera, a lezioni terminate, se ne tornavano sempre utilizzando i convogli ferroviari.

 

Non mi risulta che allora parecchi miei coetanei morissero di stanchezza. Diventavano tutti dottori rimanendo in buona salute e direi in ottima forma. Si dà il caso che allora come adesso gli affitti fossero di diversa entità, diversa piuttosto era la volontà degli studenti che non piagnucolavano se mamma e papà non avevano i mezzi per offrire loro un alloggio nella metropoli. Mia figlia che si laureò in chimica a Pavia, non potendo andare avanti e indietro da Bergamo, si rifugiò in un collegio poco oneroso, e mio figlio che frequentava la Cattolica era un pendolare e non è morto di fatica. Nessun bergamasco, dovendo studiare a Milano, ha mai posseduto un quartierino in piazza Duomo. Coraggio ochette, fatevi il mazzo e non la tenda per muovere a pietà gli amministratori dei condomini.

 

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