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Sirolo, il killer con la fiocina solo tre mesi fa aveva ottenuto la cittadinanza

Simona Pletto
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Era diventato cittadino italiano soltanto tre mesi Fatah Melloul, l’algerino di 28 anni che domenica pomeriggio invia Cilea, nella cittadina balneare di Sirolo (Ancona), ha ammazzato con una fiocina, sparata da un fucile da sub, il 23enne albanese Klajdi Bitri. Il tutto è avvenuto in strada, davanti agli occhi increduli dei tanti turisti e residenti che attorno alle 16.30 iniziavano a lasciare la spiaggia di Palombina Vecchia: una mancata precedenza in una rotatoria, un’andatura ritenuta troppo lenta, in ogni caso banali motivi. Eppure tanto è bastato a scatenare la sua furia omicida.


Melloul, operaio, residente nell’hinterland jesino da non molto - la sua famiglia vive invece in Italia da una ventina d’anni- dove convive con la fidanzata, appassionato di boxe e con qualche precedente per furto, ha sparato al petto il forcone centrando in pieno il ragazzo intervenuto per difendere un amico. La giovane vittima, che lavorava per un’azienda dei cantieri navali ed era dietro in auto insieme a due amici, è morto all’istante. Aveva solo cercato di difendere il conducente e amico, il giovane papà che si trovava alla guida di una Mercedes insieme alla moglie e ad una coppia di amici. L’assassino invece era a bordo di una Opel Zafira nera guidata dalla fidanzata. Il ragazzo albanese ha cercato di fermarlo, di separarlo dal padre di famiglia. Ma l’algerino ha reagito.

 


Dopo la lite e la fiocinata, si è dato alla fuga. Una latitanza durata quattro ore: i carabinieri del Norm di Osimo, che avevano organizzato diversi posti di blocco in tutta la provincia, lo hanno individuato (grazie anche al gps del cellulare) e bloccato con il taser in un sottopasso. Era ancora a torso nudo, in bermuda, per le vie di Falconara Marittima, a quanto pare di ritorno da un uscita di pesca subacquea, durante la quale avrebbe usato proprio la fiocina usata come arma del delitto, che era chiusa in un borsone. In un video girato da un residente, e subito diventato virale, ci sono le immagini delle fasi dell’arresto. «Che volete?», ha domandato ai carabinieri. «Hai ucciso un uomo», gli hanno risposto mentre lo trattenevano vista la sua pericolosità, anche se non sembra fosse sotto effetto di sostanze. A quel punto l’algerino continuava a ripetere «nooo!! nooo!!».


Gli inquirenti hanno sequestrato il fucile che l’indagato aveva in auto perché nel pomeriggio – così è stato ricostruito - era andato a fare pesca subacquea insieme alla fidanzata (la donna non è indagata). L’ipotesi di reato a carico del giovane è omicidio volontario aggravato dai futili motivi: l’altro ieri notte è stato sentito dai carabinieri nella caserma di Osimo guidata dal comandante Luigi Ciccarelli, davanti al magistrato della Procura di Ancona, Marco Pucilli, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ieri all’alba è stato portato in carcere a Montacuto, in attesa della convalida del fermo. Ora si attende l’autopsia che verrà eseguita nelle prossime ore per ricostruire l’esatta dinamica dell’omicidio. In via Cilea intanto, ieri mattina, ha fatto visita il sindaco Filippo Moschella. Sono comparsi anche un mazzo di fiori e un cartello manoscritto nel punto esatto dell’omicidio, con scritto «Non si può morire così».

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