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Anpi, i partigiani frignano: "Ci cacciano dalle scuole"

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Alberto Busacca
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Via l’Anpi dalle scuole. L’associazione dei partigiani rischia di non poter fare più le sue lezioni su Resistenza e Costituzione agli studenti italiani. L’accordo con il ministero scade giovedì e, al momento, non è stato rinnovato. Così, inevitabile, è scattato l’allarme democratico, con tanto di appello a Mattarella e Meloni. «Non ci sono costi da sostenere», hanno fatto sapere dall’Anpi, «il silenzio è un segnale politico». Come da copione, dopo l’uscita dei partigiani la sinistra ha scatenato l’inferno. Subito si è fatto sentire il Partito democratico, con Irene Manzi, responsabile nazionale per la scuola.

«Sosteniamo con forza l’appello dell’Anpi affinché il ministro Valditara rinnovi il protocollo in scadenza per realizzare attività nelle scuole volte a divulgare i valori espressi nella Costituzione repubblicana e gli ideali di democrazia, libertà, solidarietà e pluralismo culturale nati con la Resistenza. Sono 10 anni che questo protocollo viene rinnovato. Sarebbe inspiegabile se il ministro lo sospendesse».

Poi è toccato a Gianna Fracassi, segretaria generale della Flc Cgil: «Riteniamo molto grave il fatto che il ministero non abbia ancora rinnovato quello che da quasi dieci anni è un accordo con l’Anpi per portare nelle scuole lezioni e dibattiti con partigiani, storici e giuristi, sui valori e gli ideali espressi nella Costituzione repubblicana. I valori della Resistenza e della Costituzione appartengono a tutte e tutti e sono alla base di un’istruzione che, così come la Carta prescrive, ha come compito principale quello di formare cittadine e cittadini consapevoli. Ci auguriamo dunque, che il ministero sblocchi al più presto il rinnovo dell’accordo e che il ruolo fondamentale dell’Anpi nella storia e nella memoria del Paese non venga piegato a pessime logiche politiche di parte». E già che ci siamo, tra gli indignati, mettiamo anche Tino Magni, senatore del gruppo Verdi-Sinistra: «Il ministro Valditara è allergico ai valori della nostra Costituzione.

Diffondere alle giovani generazioni i principi della libertà, della giustizia e della coesione sociale, che sono alla radice della nostra Costituzione, è la chiave di volta per non ripetere gli errori del passato. È gravissimo che non sia stato ancora rinnovato l’accordo tra l’Anpi e il ministero per la divulgazione dei valori della Resistenza nelle scuole. Una dimenticanza, quella del ministro Valditara, o una precisa volontà politica? In entrambi i casi una cosa inaccettabile».

SCHIERATI A SINISTRA
Insomma, la sinistra è concorde: l’Anpi deve continuare ad andare nelle scuole a fare le sue lezioni di Resistenza. Ma siamo sicuri che sia la cosa giusta? Prima considerazione: interrompere la collaborazione con l’Anpi non è uno sgarbo ai partigiani, perché di partigiani, nell’Anpi, ne sono rimasti ormai pochini (per ovvie ragioni anagrafiche). Da anni le iscrizioni all’associazione sono aperte a tutti, anche a chi non ha fatto la Resistenza, e lo stesso presidente nazionale, Gianfranco Pagliarulo, è un signore nato nel 1949, quindi (sempre per ovvie ragioni anagrafiche) uno che la Liberazione l’ha letta soltanto sui libri di storia.

Seconda considerazione: da tempo l’Anpi ha scelto, legittimamente, di non occuparsi soltanto di coltivare la memoria della Resistenza. L’Anpi è un’associazione che fa politica, dice la sua su quasi tutto (dalla guerra in Ucraina alle riforme istituzionali) e su quasi tutto (ma forse è solo un caso) critica il centrodestra. Per dire, il 25 aprile il presidente dell’Anpi di Viterbo non ha voluto stringere la mano al sottosegretario Vittorio Sgarbi. Mentre il rinnovo della tessera è stato negato al vicesindaco di Alassio perché iscritto a Fratelli d’Italia. E tralasciamo gli innumerevoli attacchi alla Meloni... Insomma, l’Anpi è un’associazione di sinistra, è giusto che continui a fare lezione nelle scuole?

CONFERENZE
Terza considerazione: si parla di «lezioni e dibattiti con partigiani, storici e giuristi» e di «divulgare i valori espressi nella Costituzione repubblicana»... ma non possono pensarci gli insegnanti? Davvero è indispensabile l’Anpi per organizzare una conferenza? Perché, su questi temi, un professore è considerato meno autorevole di un iscritto all’associazione partigiani? Mistero della fede antifascista...

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