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Israele, Ugo Volli denuncia: "I complici di Hamas nei giornali e nelle tv"

Maurizio Stefanini
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Docente universitario, semiologo e filosofo che ha collaborato anche con Umberto Eco, Ugo Volli è un esperto di comunicazione. Ma contemporaneamente è anche attivo nel mondo ebraico, e ha scritto anche vari libri su Israele e Medio Oriente.

Mettendo assieme queste sue due sfere di interesse, come valuta il modo in cui i media hanno affrontato l'attacco di Hamas a Israele? 
«La comunità internazionale, almeno la comunità occidentale, ha espresso in maniera molto unanime l’appoggio a Israele, perché l'attacco terroristico è evidente e terribile. Per quanto riguarda i media, l’impressione è che ci sia la solita gradazione che va da un appoggio deciso a Israele dei media di centro-destra dell’area di governo ma anche di media più o meno centristi, a una crescente freddezza man mano che si procede verso l’estrema sinistra».
Il Fatto in questo continuum potrebbe essere complicato da collocare. Ha un direttore che viene da destra ed ha un passato filo-israeliano. Ma ha un vignettista come Vauro che fa Zelensky con un profilo naso adunco da ebreo delle barzellette che evoca i disegni di Der Stürmer: il famigerato giornale satirico antisemita del nazismo. E ha dato ospitalità a un personaggio come Alessandro Orsini, il cui commento sull’attacco di Hamas è stato: “Caro Corriere della Sera, il problema della guerra in Palestina si risolve con il ritiro immediato e senza condizioni di Israele da tutti i territori occupati.
Non è quello che hai sempre proposto per porre fine alla guerra in Ucraina?”. 

«Orsini secondo me è al di sotto di qualunque valutazione, un personaggio su cui non vale la pena di discutere mai. Dal Fatto, mi aspettavo il peggio e l’ho trovato: giorno dopo giorno non prende atto della natura non provocata e criminale dell'aggressione. È come se fosse un incidente che è semplicemente successo, magari per colpa degli israeliani. La realtà è che per questa testata come per diverse altre, non contano i fatti ma gli schieramenti di politica internazionale e ancor più della politica interna. A Israele ha espresso sostegno Meloni e quindi non va bene. C’è un legame della sinistra con il nazionalismo arabo che risale ai tempi dell’Unione Sovietica e che anche Putin oggi riconferma. Quindi chi è di sinistra deve essere contro Israele anche in un caso così palese di atrocità di stile nazista».

 

 


E fuori d’Italia?  
«La stessa cosa accade un po’ dappertutto. C’è ad esempio la Bbc, che notoriamente è una testata radiofonica e televisiva che ha molto poco simpatia per Israele, ha preso delle posizioni e soprattutto ha usato delle terminologie veramente poco accettabili. In rete si trovano delle interviste a leader israeliani trasformati in accuse di badare poco ai rischi che corrono... a Gaza. E poi, veramente, ci sono i nemici veri e propri, come al-Jazeera, che esaltano questa strage terribile che ha fatto Hamas con altre organizzazioni. Attualmente i morti contati sono già 1.200, che su un Paese di 10 milioni di abitanti vorrebbe dire come 7.200 assassinati dal terrorismo in Italia. Tra di loro anche ragazzi che stavano lì a ballare nei campi, e poi ci sono queste scene strazianti di donne, bambini e anziani rapiti e esibiti come trofei. I bambini decapitati, le famiglia bruciate vive... Un massacro rispetto a cui qualunque persona di normale umanità proverebbe solo umana solidarietà».

 

 


 

Tra le prime notizie dopo l'attacco c'era quella che il comando di Hamas avesse detto di risparmiare donne e bambini... 
«Si tratta di propaganda, disinformazione. Abbiamo i video girati da loro stessi che mostrano le stragi e la presa degli ostaggi, una vecchia signora, sopravvissuta dal genocidio nazista, evidentemente molto, molto malata, portata in giro come un trofeo, ragazze seminude, violentate, letteralmente fatte a pezzi. Qui non ci sono istruzioni che tengano: se spari razzi su abitazioni magari dove ci sono civili puoi anche non saperlo, in teoria. Ma qui c’è stata gente che è andata, ha sgozzato, ha ammazzato, e poi ha portato queste vittime in cortei in mezzo alla popolazione. Nessuno li ha fermati, nessuno ha obiettato. C’erano cinquanta terroristi a fare il massacro nella festa da ballo dove sono morti quasi 300 ragazzi. Era un obiettivo militare? No, si voleva la strage, l’umiliazione delle vittime, il simbolo di un genocidio. Sono cose che facevano i nazisti».

 

 


 

Il senso di ciò?
«Il senso è l’indicazione di voler eliminare dalla faccia della terra gli ebrei. Purtroppo Hamas non è solo. Vale la pena dire che è molto ufficiale la presenza dell'Iran. Hamas ha ringraziato l'Iran del suo “successo”, e l'alleanza tra Iran e Russia è sempre più forte. Il colonnello Richard Kemp, che è stato il comandante delle truppe britanniche in Afghanistan, dice che la programmazione di questa roba non può essere stata fatta senza l’aiuto della Russia. Ci sono testimonianze secondo cui questa azione è stata preparata per due anni, con addestramenti fuori di Gaza, in Libano e in Iran. Sono state trovate delle mappe fotografiche con i percorsi da seguire, il numero di terroristi da mettere nelle varie posizioni, gli appunti su dove stavano i possibili ostacoli e i poliziotti israeliani. È stato un crimine preparato nei dettagli, preciso ed efficiente come Auschwitz».
Attacco subito dopo il Nobel per la Pace a una dissidente iraniana in carcere. Possibile che sia stato fatto per cancellare la notizia?
«Credo di no. Questa è una operazione che è stata preparata da tempo, ha impiegato letteralmente migliaia di terroristi. Una operazione estremamente complessa. Non è una cosa che si fa in reazione a qualche cosa».

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