Università, il gioco sporco della sinistra per ribaltare il voto di Tor Vergata
Le elezioni del 9 e 10 maggio scorsi all'Università Tor Vergata di Roma sono state annullate. Nelle consultazioni si sceglievano i rappresentanti degli studenti nel Consiglio di amministrazione, Senato accademico, Nucleo di valutazione, Comitato per lo sport e Consiglio degli studenti. Domani e mercoledì si vota di nuovo perché a quanto pare il gioco sporco della sinistra tra le mura dell'ateneo è andato a segno. Il metodo è sempre lo stesso: infangare l'avversario politico. E di fatto nel mirino è finita la lista Atlante.
Anche qualche "giornalone" progressista, come Repubblica, si è buttato nella mischia con gravi insinuazioni su uno scambio tra ore di tirocinio e voti nella tornata elettorale nell'ateneo. Dopo il caos e l'istituzione di una commissione d'inchiesta, il verdetto è stato chiaro: sono stati rilevati dei vizi formali sulla costituzione dei seggi e dunque non sono stati proclamati gli eletti rinviando il voto al 17 e al 18 ottobre. E anche questo verdetto non è bastato a fermare l'ondata d'odio delle liste di sinistra sugli avversari con tanto di chat WhatsApp in cui si chiedeva si usare due articoli diffamatori apparsi su Repubblica per mettere in giro la voce, soprattutto tra i corridoi di Tor Vergata, che le elezioni erano state annullate per la presunta "compravendita di voti". Tutto falso. Ma non finisce qui. In questa storia ci sarebbe anche un audio in cui una studentessa e senatrice accademica, Diletta Corrado, avrebbe dato indicazioni chiare su come "colpire" mediaticamente i candidati della lista Atlante.
Il tutto, secondo alcune indiscrezioni, anche con l'aiuto, forse, di un docente di Medicina. E, coincidenza, chi ha messo in giro la voce su una compravendita-fake dei voti appartiene all'associazione MedStudents che al voto di maggio e a quello di domani è in coalizione con "Insieme per cambiare", "UniRete" guidata da Luca Torlai e vicina al Pd, e il collettivo "Altro Ateneo". E a quanto pare, sempre secondo alcune indiscrezioni che filtrano dall'ambiente accademico, a indirizzare l'assalto mediatico con tanto di articoli sui quotidiani ci sarebbe stato anche uno dei tre componenti della Commissione d'inchiesta che ha "cancellato" il verdetto del voto del maggio scorso. Oggi si torna alle urne e si spera che questa volta fili tutto liscio, senza quel vizio atavico della sinistra che prova a ribaltare, non solo nelle aule delle università, il risultato delle schede elettorali.