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Anpi, vietato parlare di Foibe a scuola. Francesco Storace: "Che vergogna"

Francesco Storace
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All’Anpi devono aver istituito un premio smemoratezza: ovvero, negare tutto, soprattutto la storia scomoda, quella che non vorrebbero mai essere costretti a discutere. Stavamo per preparare un articolo di plauso alle prefetture italiane per una circolare sulle iniziative scolastiche a ricordo della tragedia delle Foibe, che ecco l’Anpi pronta a sbarrare il passo. E ovviamente con la Cgil a cinguettare appresso.

Che vergogna. Ormai, l’Anpi è specializzata sulle polemiche a vuoto e anche in questa occasione non manca di distinguersi come pessimo esempio per le giovani generazioni che hanno diritto di conoscere la storia nascosta per troppo tempo persino sui libri scolastici.

A non andare giù all’associazione dei partigiani, una serie di circolari inviate dalle prefetture a sindaci e scuole per conoscere le iniziative in programma su quel massacro di italiani. Le Foibe, ricordate per legge dello Stato ogni 10 febbraio. Guai a raccontare la storia degli assassini agli ordini del maresciallo Tito, l’Anpi non vuole, pur fingendo che-ci-mancherebbe-altro-se-pure-noi-non -condanniamo. Bugia. Perché altrimenti non farebbero casino pretendendo persino al governo e al ministro dell’Interno «di ritirare la circolare e recedere da questa pratica faziosa e pericolosa». Eppure si tratta di una circolare che chiede di applicare la legge. Le iniziative sono «volte a promuovere - si legge nel documento delle prefetture - momenti di riflessione e manifestazioni pubbliche entro e non oltre il 20 ottobre prossimo per consentire la redazione di un programma complessivo di tutti gli eventi». Le vicende delle Foibe vengono anche anche definite nel documento «rappresaglie di vera e propria pulizia etnica» che si scatenarono «su molti italiani». E non è la verità?

 

L’Anpi contesta alle prefetture di fare il loro dovere. Ma «l’urgenza del termine è determinata dalla necessità di dover fornire con immediatezza il quadro delle iniziative, in considerazione della richiesta formulata dal segretariato generale della presidenza del Consiglio». Non finiscono mica facilmente le lamentele partigiane. Si arriva persino a chiedere perché non ci sia analogo invito per la Giornata della Memoria, istituita «al fine di ricordare la Shoah, lo sterminio del popolo ebraico e le leggi razziali. Il silenzio su tale giornata, che avviene il 27 gennaio, cioè prima del Giorno del Ricordo, a fronte dell’invito a ricordare le sole foibe, rivela la natura faziosa dell’operazione didattica». Come se si potesse rimproverare al governo in carica posizioni antisemite... Queste, semmai, vanno cercate all’interno delle manifestazioni che proprio l’Anpi non manca mai di esaltare oltre che di parteciparvi con propri stendardi e associati. Lì sì con sfoggio di odio contro gli ebrei.

Durissimo il senatore Fdi Roberto Menia, che «chiede di togliere i fondi pubblici all’Anpi negazionista». Una polemica davvero stolta che non meritavamo di dover leggere sulle agenzie e sui comunicati di un’associazione stravecchia che pensa di poter mettere becco su tutto. Ma non è così che si conquista il rispetto degli italiani per una memoria rispettosa dei Caduti e di ognuna delle grandi tragedie che hanno attraversato la nostra storia. È un linguaggio intollerabile quello usato dall’Anpi, denuncia Gasparri (Fi): «Vuole offendere i vivi costretti all’esodo ed i morti massacrati in nome del comunismo e dell’odio etnico. Le parole dell’Anpi violano le leggi vigenti e il reato di negazionismo va esteso anche a condotte di questa natura». Troppo duro? Macché, semmai fin troppo rispettoso persino di fronte a quella che è la triste realtà di una faziosità che non cessa mai. Pretendono di negare agli studenti il diritto alla verità sulla storia nazionale. Proviamo una profonda pena per questi soggetti.

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