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Natale, Costanza Hermanin: "Ecco perché deve chiamarsi Festa d'Inverno"

 Costanza Hermanin

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È diventato un caso politico la proposta dell’Istituto Universitario europeo di Fiesole di cambiare i riferimenti al Natale usando la definizione Festa d’Inverno, per allargarne il significato in modo da non offendere le diverse religioni. La nuova prorettrice dell’ateneo toscano che si occupa di uguaglianza, diversità e inclusione ha infatti inserito questa definizione tra le linee guida, spiegando che "verrà prestata attenzione garantire che la celebrazione delle festività e degli eventi sia comunicata con un linguaggio inclusivo", riconoscendo "le diverse religioni e credenze"

E Costanza Hermanin conferma: "Ho fatto parte del gruppo di lavoro per il piano di inclusività e diversità che ha redatto documenti disponibili al pubblico sul nostro sito, che suggeriscono che ‘le diverse osservanze religiose e culturali rappresentate all’Iue saranno riconosciute nel calendario degli eventi e delle attività correlate. Verrà prestata attenzione a garantire che la celebrazione delle festività e degli eventi sia comunicata con un linguaggio inclusivo, riconoscendo le diverse religioni e credenze’. Nel caso della festa che ha scatenato tante polemiche, manterremo i canti di Natale, l’albero e il mercatino che si fanno da sempre, pur adattandola a ciò che fanno tutte le grandi realtà internazionali almeno nel nome", spiega in una intervista a Il Giorno.

 

 

"L’Istituto ha fatto la scelta, largamente condivisa sia dall’amministrazione cittadina sia dagli Stati membri del suo consiglio direttivo, di aprirsi verso il mondo e verso un’Europa non di élite sociali, ma di eccellenze accademiche di qualsiasi provenienza. Come aspettarsi che questi cambiamenti non vadano accompagnati, nell’Europa della tolleranza e dei diritti, dal rispetto per i valori di tutti e tutte?", ragiona la Hermanin. 

"Fortunatamente l’Istituto non è più un’organizzazione eurocentrica che accoglie esclusivamente élite tradizionali, ma un luogo che lascia spazio a progetti promossi da ricercatrici come la ‘Decolonizing Initiative’ Sicuramente l’Istituto fa anche altre iniziative volte all’inclusione e all’accoglienza". Per esempio, conclude, "Abbiamo un’iniziativa per l’accoglienza di rifugiati con vari appartamenti messi a disposizione di famiglie e singoli nel corso degli anni (afgani, siriani, ecc.), un programma di studio per ulteriori studenti rifugiati e varie collaborazioni interuniversitarie, da ultimo per accogliere accademici ucraini, oltre al programma di borse di studio per persone di provenienza africana".

 

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