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Giulia Cecchettin, cosa non torna sulla Punto nera di Filippo: voci impazzite

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E' stato ritrovato il corpo di Giulia Cecchettin, scomparsa da sabato scorso: il cadavere della 22enne di Vigonovo, in provincia di Venezia, è stato rinvenuto nei prassi del lago di Barcis, in provincia di Pordenone. Un colpo di scena, una svolta nelle indagini che fin qui seguivano due percorsi separati: il primo nei pressi della casa della ragazza, il secondo sulle tracce dell'auto del fidanzato Filippo Turetta, l'ultimo ad averla vista viva. Ed è proprio l'auto, una Grande Punto Nera, l'ultimo tassello di questo drammatico mosaico, insieme al destino del ragazzo.

Ormai delineato quanto accaduto: Filippo ha aggredito Giulia dopo aver cenato insieme in un centro commerciale di Marghera. Quindi le telecamere di sicurezza in una zona industriale di Fassò, vicino a Vigonovo, hanno ripreso i due giovani in auto. Lei fugge terrorizzata, lui la rincorre, la riacciuffa, la picchia a mani nude poi la carica, forse già esanime, sulla vettura. Da lì inizia la nebbia. 

Secondo quanto apprende l'agenzia Agi, una Grande Punto nera identica a quella usata da Filippo sarebbe stata ritrovata poco fa nel parcheggio del lago di Barcis, dove è stato trovato il corpo senza vita di Giulia. L'auto potrebbe essere stata abbandonata lì, in una strada marginale poco battuta, dal giovane su cui pende ad oggi un mandato di arresto internazionale. Fino a poche ore fa, tutto lasciava presagire che Turetta si fosse invece diretto verso l'Austria, magari con a bordo la fidanzata. A quanto pare, però, non è stato così sebbene gli indizi assicurassero come la macchina fosse stata vista nelle ore successive alla sparizione dei due a Cortina d'Ampezzo in direzione Dobbiaco, al valico con l'Austria appunto.

Appena poche ore prima del ritrovamento del corpo di Giulia, è stato confermato il passaggio della Fiat Punto oltreconfine: mercoledì scorso è stata registrata dal targa-system a Lienz, nel Tirolo orientale. Nessuna traccia, invece, spiegava l'agenzia Ansa, "di una presenza anche in Alto Adige, che dista infatti solo pochi chilometri da Lienz". 

Ricapitoliamo la tabella di marcia dell'orrore: sabato 11 novembre alle ore 19 Filippo passa a prendere Giulia sotto casa a Vigonovo. Alle ore 20 sono a Marghera. Alle 23.15 un testimone li avvista nel parcheggio di Vigonovo e alle 23.30 le telecamere li individuano nella zona industriale di Fassò. Alle 00.43 la Fiat Punto passa da Zero Branco (Treviso), alle 2 da Caneva (Pordenone), alle 2.30 da Piancavallo (località montana a poca distanza dal lago di Barcis), alle 3.30 nelle gallerie del Vajont, direzione Nord. Alle 7.40 in Val Soldana, nel Bellunese. E alle 9.40 di domenica mattina a Ospitale di Cortina, direzione Dobbiaco. Lì si erano indirizzate le indagini.

Poi l'accelerazione improvvisa: le ricerche che hanno portato al rinvenimento del cadavere erano riprese oggi nella zona del lago di Barcis non su un imput specifici, ma seguendo la procedura di controlli, anche dopo esiti inizialmente negativi, seguita dagli investigatori. La zona di Barcis si trova infatti lungo la direttrice che avrebbe seguito Turetta nella fuga, tracciata dai varchi elettronici. L'autopsia aiuterà a capire quando Giulia sia stata uccisa, e se Filippo davvero l'abbia trasportata sulla sua auto per tutto il Nord-Est prima di ricondurla in Friuli Venezia Giulia, a un'ora e quaranta di strada dalle loro case.

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