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Filippo Turetta, "come ha reagito all'arresto". Luci spente, come è stato trovato

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La fuga di Filippo Turetta è finita in Germania nella notte tra sabato 18 e domenica 19 novembre: dopo otto giorni è stato arrestato. Su di lui pendeva un mandato di cattura internazionale con l'accusa di omicidio di Giulia Cecchettin, il cui cadavere è stato ritrovato ieri al lago di Barcis. Ora si attende l'estradizione, che potrebbe richiedere dai 10 ai 60 giorni.

Secondo quanto si è appreso dopo l'arresto, Turetta al momento della cattura non ha opposto resistenza. Gli agenti della polizia stradale tedesca, anzi, hanno rivelato che lo hanno fermato è apparso stanco e rassegnato, come se fosse desideroso di consegnarsi: la comunicazione sarebbe arrivata alle autorità italiane.

Il 22enne è stato trovato su un'autostrada, la Sassonia-Anhalt. L'auto di Turetta, la famigerata Grande Punto nera che si cercava da una settimana era ferma sulla corsia d'emergenza perché, secondo gli agenti, era finita la benzina. E Filippo non aveva più contanti per il rifornimento. Una circostanza, quella della fine delle disponibilità economiche per la fuga, che era stata più volte anticipata nei giorni scorsi.

E ancora, Turetta è stato arrestato dalla polizia stradale tedesca. Ad insospettire le autorità non tanto il fatto che fosse fermo a bordo della strada, ma piuttosto la circostanza che avesse le luci spente: la legge tedesca prevede infatti che le luci debbano essere sempre accese, anche nel caso in cui ci si fermi a bordo carreggiata senza abbandonare l'auto. A quel punto, il riconoscimento è stato inevitabile: il nome e la targa dell'auto di Turetta, infatti, erano stati segnalati da giorni all'Interpol.

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