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Brazzale, l'imprenditore controcorrente: "Perché assumo sessantenni"

Serenella Bettin
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Quando chiamiamo Roberto Brazzale sono le cinque del pomeriggio. Ma per lui è quasi mezzogiorno. Si trova in Brasile per lavoro. Pragmatico, lungimirante, mai stanco, 61 anni, è il titolare del burrificio di famiglia, attivo ininterrottamente da otto generazioni. La storia dell’azienda è legata all’altopiano di Asiago e alla pianura Veneta, tanto che agli inizi del Novecento aveva preso vita il primo burrificio industriale a Zanè, vicino Thiene, in provincia di Vicenza. Fiore all’occhiello del mondo del latte, la famiglia Brazzale dalla fine del Settecento rappresenta la più antica azienda italiana del settore.

Tre anni fa Brazzale ha deciso di ingrandirsi, creando un nuovo ramo dedicato alla vendita di prodotti di alta gamma tra burro e formaggio. L’ha chiamato: “Vendita di prodotti speciali”, con annesso il food truck, quella tipologia di camioncino itinerante, importata dalla California, dotato di cucina attrezzata per la preparazione e la vendita di pasti freddi, caldi, cotti e mangiati. Ha sviluppato l’idea, l’ha partorita, l’ha pensata - ci vuole sempre un tempo prima che l’idea maturi ed esca fuori - e poi ne ha parlato ad alcuni amici, quelli di una vita, quelli a cui puoi suonare il campanello alle undici di sera per fumare una sigaretta. Alcuni li vedeva in difficoltà, qualcuno stritolato dalla crisi di alcuni settori, qualche altro voleva cambiare ambiente, rinvigorirsi un po’ e come accade quando le cose te le senti a pelle ha detto loro: «Sapete che c’è? Perché non venite a lavorare con me?».

 

 

 

Nessuno li voleva più prendere, questi over 60 che dopo aver sgobbato una vita la società li indietreggia, li lascia ai margini, alcuni con la sapienza nelle mani, lo spirito di sacrificio, tanti con un bagaglio ineguagliabile. E lui invece li ha assunti. Con convinzione, non per solidarietà. Sono in tutto otto. Ma come è nata questa cosa? «Come è nata? Eh... Sono cose che nascono così, un progetto, un sogno, la voglia di ingrandirsi ed esplorare cose nuove. La concomitanza di un incontro, una persona che si dimostra interessata, qualcuno che chiede di poter far parte di una squadra. Ed eccoci qui, un gruppo di vecchi amici che unisce le proprie competenze professionalmente. Fin da subito infatti si sono dimostrati un valore aggiunto».

C’è Ugo infatti, per esempio, 60 anni, che gira con il suo food truck e propone i prodotti in tutta Italia. «Ugo è uno di quelli che ci sta dando più soddisfazione - ci racconta Brazzale -, il suo compito con il supporto del food truck è quello di presentare al consumatore i prodotti, farli provare. Con Sandro abbiamo frequentato le scuole medie assieme, era il più simpatico della classe. C’è anche Sonia, con cui marinavamo assieme, ma tanto l’abbiamo fatto tutti, chi non ha bruciato in vita sua alzi la mano». Ok, ma perché ultra sessantenni? «In realtà ci sono anche tre ragazzi di 30 anni che si alternano. La gente guarda l’età. E se tu cerchi lavoro a 50 anni non te lo dà nessuno. Ma perché? C’è una sorta di discriminazione. E non c’è la coscienza di quanto possa valere una persona a quell’età, con quell’energia e con quella personalità, soprattutto in quella fase della vita. Si è abituati a pensare che oltre una certa età si sia “arrivati”, e invece i 60 enni sono i nuovi 40enni. È la passione che conta. La professionalità, la dedizione che metti nel fare il tuo lavoro. Poi certo, noi abbiamo un migliaio di dipendenti nel mondo e la stragrande parte sono giovani fantastici, di cui vado fiero. Ma qui il discorso è un altro».

Quali sono le mansioni assegnate ai sessantenni? Cosa dovranno fare? «Loro gestiscono sia la parte logistica, sia la parte amministrativa della vendita di prodotti di alta gamma - spiega Brazzale -. Vendita che avviene presso negozi specializzati, presso ristoranti, presso pasticceri, panifici che sono interessati a questi prodotti di qualità. Per fare questo tipo di lavoro servono conoscenze tecniche. Sono necessarie particolari competenze». Prendi Nico, per esempio. Molto bravo al liceo. «Ecco, con lui stiamo sviluppando nuovi progetti avvincenti. La società dovrebbe capire che queste figure professionali over 50 o over 60 non sono scarti, sono risorse formidabili, con patrimoni umani altrettanto formidabili, hanno grandissima esperienza e molte doti. Ecco perché li abbiamo con noi». Insomma, ora Brazzale ogni mattina, quando non è in viaggio, va in azienda e gli sembra di essere tornato tra i banchi di scuola. «Lavorare così è bellissimo - ci dice - se si è tra amici tutto assume un ulteriore significato. C’è più motivazione a vincere le sfide. E poi vuoi mettere? Il caffè alle macchinette come ai vecchi tempi».

 

 

 

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