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Istat, in Italia si nasce sempre meno: ecco che Paese ci aspetta

Claudia Osmetti
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Quota 59 milioni: sfiorata per un pelo. Èche siamo sempre di meno e siamo sempre più vecchi e ci sposiamo sempre di più (ma con le unioni civili e con le seconde nozze) e facciamo sempre meno figli. L’Istat, l’Istituto nazionale di statistica, nel suo censimento 2023 (che poi è riferito ai dati del 2022) accerta che al 31 dicembre scorso la popolazione italiana è scesa a 58.997.201 abitanti. Non uno di più, non uno di meno. Anzi, di meno parecchi visto che solo nel 2021 eravamo 59.030.133 e, quindi, in dodici mesi, abbiamo perso all’incirca 33mila persone nella fotografia di gruppo nazionale. Quella che tiene conto dei decessi e delle culle, dei passaporti e dei residenti all’estero.

Le donne, in Italia, sono il 51,2% (a proposito di sesso debole e sesso forte) del totale, gli uomini il 48,8%. Epperò per ogni bimbo con neanche sei anni ci sono almeno cinque anziani; epperò l’indice di vecchiaia è praticamente quadruplicato in 52 anni (era di 46 ultra65enni ogni cento pre-adolescenti nel 1971, oggi è di 193); epperò la natalità cola a picco con quasi 7mila nascite in meno rispetto al 2021 (il -1,7%), per un numero complessivo di 393mila.

 

 


 

 

LA NATALITÀ

Una percentuale significativa già così, ma che diventa ancora più impattante se si pensa che lo scarto col 2008 è di 183mila fiocchi (rosa o azzurri non fa differenza) in meno, ossia di una sforbiciata sulle sale parto del 31,8%. L’altra faccia della medaglia è quella dell’invecchiamento della popolazione: l’età media passa a 46,4 anni (contro i 46,2 di prima): e se diminuisce (di poco) il peso percentuale di bambini con meno di nove anni e degli adulti con un’età compresa tra i 35 e i 49, aumenta quello di chi ha già spento almeno 55 candeline sull’ultima torta di compleanno. La Campania rimane la regione più “giovane” del Paese (con un’età media di 43,9 anni, per la verità aumentata di 3 mesi dal 2021), invece la Liguria si conferma la “nonna d’Italia” (49,4 anni). Il Comune più giovane si trova in provincia di Caserta, è Orta di Atella, che ha una media di 36,9 anni; quello più anziano è nel Torinese, è Ribordone, che ha appena una cinquantina di abitanti ma la cui età media supera i 65,5 anni.

Più di un neonato su dieci (il 13,5%) appartiene a una famiglia totalmente straniera, nella quale cioè sia la mamma che il babbo non sono italiani: e questo a livello di media perché l’incidenza è più elevata al Nord (19,3%) e quasi azzerata al Sud (5,4%). E appunto, gli stranieri. Sono esattamente 5.141.341 in tutto lo Stivale, il che equivale all’8,7% della popolazione, con un aumento sulle stesse cifre del 2021 che tuttavia resta abbastanza influente, più 0,2%. Anche tra la popolazione straniera sono maggiori le donne che raggiungono il 51% dell’intera fetta.

 

 

 

I MATRIMONI

Nel 2022 sono stati celebrati 189.140 matrimoni: quasi il 5% in più dell’anno precedente e il 2,7% in più dell’era pre-pandemica. Una tendenza che, però, sembra già smentita dai dati parziali dei primi otto mesi del 2023 che segnano una contrazione del 6,7% sulle cifre del 2022. Crescono, invece, e a doppia cifra, ossia con un significativo +10,8%, i riti civili e crescono, ancora, e con un numero ancor più significativo perché la cifra è a doppia cifra ma è del +32% secco, le unioni civili. In tema di fiori d’arancio quelli che fanno veramente il record sono quelli bis: le seconde (o successive) nozze sono state infatti la bellezza di 42.918. Che è anche il dato più alto mai analizzato, con un più 12,9% sul 2021 e un altro più 13,1% sul 2019.

I secondi matrimoni sono più diffusi al Centro Nord (anche perché lì il tasso di divorzi è maggiore) e si concentrano specialmente in Liguria (dove il 34,5% dei “sì” viene pronunciato da uno dei due sposi per il quale non è la prima volta) e in Friuli Venezia Giulia (32,6%) e in Valle d’Aosta (32,1%). Sono Basilicata e Calabria che, di contro, fotografano le incidenze più basse, rispettivamente del 9,5% e del 10,9%. Infine gli italiani residenti all’estero sono cinque milioni e 940mila. La stragrande maggioranza (il 54,7%) si è trasferita in Europa, il 40,1% nel continente americano e i numeri residuali (2,8%; 1,3% e 1,2%) in Oceania, in Asia e in Africa. Al primo posto nella classifica degli Stati c’è l’Argentina (con 924.335 residenti italiani); seguono la Germania (con altri 822.251); la Svizzera (637.417); il Brasile (562.871) e la Francia (464.696). Una curiosità: in questi cinque Paesi risiedono, numeri alla mano, ben più di tre milioni e 400mila cittadini italiani, ossia il 57,4% di tutti quelli che hanno scelto di vivere all’estero.

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