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Extinction Rebellion, la sconcertante richiesta: "Impunità per poter deturpare"

Serenella Bettin
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Ma che presuntuosetti, questi attivisti eco-friendly che di “friendly” hanno gran poco e di “eco” ancor meno. Adesso rivendicano anche il diritto a imbrattare le città. Oh sì, per loro l’espletazione più grande di libertà consisterebbe nell’insudiciare le città, vandalizzarle; cospargerle di melma, impiastrarle di colorante, imbrattarne i muri. Secondo loro, Venezia col Canal Grande cosparso di acqua verde fluorescente sarebbe una bella immagine da vedere, anzi, un’iniziativa sensibilizzante. Del resto, suvvia, chi non vorrebbe svegliarsi al mattino nella splendida città lagunare e ammirare da un’altana, quelle terrazzette tipiche poggiate sui tetti, il Canal colorato di verde...

 


 

DISOBBEDIENZA CIVILE «Un sale innocuo usato da idraulici come tracciante e addirittura per segnalare la posizione di subacquei dispersi in mare», aveva rassicurato Paola, un'attivista. Era il 9 dicembre scorso. E in effetti è proprio un gesto d’amore verso madre Terra riversare nelle acque di uno dei canali più belli d’Italia attorniato da sontuosi palazzi, un colorante usato dagli idraulici. Gli attivisti sono quelli di Extinction Rebellion Italia, un movimento internazionale- scrivono nel loro sito- «che usa le azioni dirette nonviolente e la disobbedienza civile di massa per forzare i governi e invertire la rotta che ci sta portando verso il disastro climatico ed ecologico». Come se a cospargere di verde i fiumi delle città possa cambiare qualcosa. «Roma, Venezia, Milano, Torino, Bologna - scrivevano ancora gli attivisti proprio quel giorno-, i fiumi delle principali città italiane sono stati tinti di verde da Extinction Rebellion». Clap clap. «Per denunciare l’ennesimo fallimento politico- continuavano- della COP28 e dei governi mondiali nel contrastare la crisi climatica e la sesta estinzione di massa». In quei giorni, infatti, si era svolta la 28 esima Conferenza internazionale sul clima, la COP28 appunto. E loro avevano pensato bene di dimostrare la loro adorazione verso il pianeta: come? Ma così, a Roma facendo diventare verde il Tevere, a Torino e a Milano rinverdendo e inverdendo - in tutti i sensi - il Po, dato che le acque di un fiume sono come la pelle, soffrono; e a Bologna perfino il Reno è stato vittima dei loro deliri ecologici. Le famose eco ansie, cioè le sensazioni di disagio e paura dovute all’idea ricorrente di possibili disastri ecologici e ambientali.

 


UN CENTINAIO DI DENUNCE Dopo le prodezze degli attivisti, la questura di Venezia era corsa ai ripari, ed erano stati emessi cinque fogli di via, oltre alle notifiche di un avviso orale. «Una misura che apre la strada - scrivevano boriosamente sul sito - a restrizioni molto importanti della libertà personale, come la sorveglianza speciale. È imbarazzante - asserivano - che provvedimenti di questa portata vengano notificati a delle persone che hanno semplicemente partecipato a una manifestazione». Tradotto: pretenderebbero di rimanere impuniti, colorando di fluorescente i fiumi terrestri. Follia. E non è finita. Il 23 ottobre, a Roma, circa cento persone si erano travestite da Pinocchio- evidentemente si sentivano a loro agio - presidiando l’ingresso principale del ministero dei Trasporti «per - dicono loro - denunciare il negazionismo del governo sulla crisi climatica» (ricordiamo loro che gli ultimi dieci anni siamo stati governati dalla sinistra, ma tant’è). E il 29 novembre scorso, a Torino, sette persone avevano occupato il tetto dell’Oval per appendere le bandiere della pace. Ora, per queste azioni e altre, sono un centinaio le denunce pervenute, i fogli di via e gli avvisi orali. Gli attivisti hanno già inoltrato i primi ricorsi al Tar e lanciano una conferenza stampa per oggi, davanti al Comune di Torino, alle 12.15, «con avvocati e docenti di diritto internazionale». Perché, piagnucolano, sono stati «chiamati perfino la notte di Natale, per notificare denunce surreali e misure di prevenzione del codice antimafia a persone totalmente incensurate». E ancora: «Il diritto di manifestazione è un diritto sancito dalla nostra Costituzione». Certo, ora tra i diritti degli ecoteppisti ci sarebbe anche quello di imbrattare e insozzare fiumi e città, e perdipiù senza pagar dazio. Sempre per amore di Madre Terra, s’intende.

 

 

 

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