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Covid, crollo dei contagi? "Cosa può accadere tra 4-6 mesi": subito il nuovo allarme

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L'ultimo bollettino-Covid parla chiaro, le cifre sono nette: nessuna ondata, nessuna "fiammata" dopo i cenoni di Capodanno e Natale, che nella rilevazione uscita oggi - venerdì 19 gennaio - potrebbero avere avuto un peso (il periodo analizzato è infatti quello che va dalla settimana dall'11 al 17 gennaio. 

In estrema sintesi, i dati diffusi dal ministero della Salute riferiscono di un crollo pari al 53,8% dei contagi, con 9.675 nuovi positivi totali, e un calo del 27,3% per quel che concerne i decessi. Cala del 3,9% al 5,3% anche il tasso di positività, così come la situazione ospedaliera, che non ha mai preoccupato, registra una notevole flessione in termini di ricoveri.

Eppure, nonostante queste ultime cifre, c'è chi tiene ancora alto il livello dell'allarme. Per esempio Fabrizio Pregliasco, il virologo dell'università Statale di Milano, che interpellato dalla AdnKronos salute spiega: "In questa stagione di infezioni respiratorie abbiamo avuto una tempesta perfetta, un cocktail di virus tra cui l'influenza è stata ed è la principale protagonista". 

 

E ancora, per quel che riguarda il Covid "la fiammata causata da nuove varianti come Eris EG.5 e poi JN.1 era cominciata prima. E pur avendo iniziato a contribuire alla curva complessiva disegnata dal monitoraggio RespiVirNet, era già in riduzione". Ora la fiammata è passata, rimarca Pregiasco, il quale però sottolinea come il coronavirus "non ha una stagionalità come l'influenza: indipendentemente dall'aspetto meteorologico, nuove varianti si inseriscono a distanza di 4-6 mesi". Insomma, secondo l'esperto bisogna comunque tenere alta la guardia: "L'onda Covid, come i cerchi che si formano attorno a un sasso gettato nello stagno, decresce progressivamente", conclude Fabrizio Pregliasco, in attesa - almeno secondo lui - della prossima varaiante. O del prossimo sasso nello stagno, fate voi.

 

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