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Strage di Palermo, l'esorcista: "Il diavolo c'è e lo ho incontrato. Ma non confondiamoci..."

Simona Pletto
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Dieci giorni di orrore. Sono sempre più agghiaccianti i particolari che emergono dalle indagini sulla strage di Altavilla Milicia, in provincia di Palermo, compiuta in un contesto di fanatismo religioso. È stato un massacro, iniziato il 2 febbraio e finito nove giorni dopo con l’arrivo ei carabinieri nella casa della mattanza. Qui la furia assassina di Giovanni Barreca, un operaio di 54 anni, ha sterminato prima la moglie Antonella Salamone - uccisa, bruciata e sepolta in un terreno vicino casa - e poi due dei suoi figli, Kevin e Emanuel, di 16 e 5 anni (il grande era legato al letto con catene), risparmiando soltanto un’altra figlia, di 17 anni, rimasta per ore col padre nella casa degli orrori, nella stanza in cui giacevano i cadaveri dei suoi fratelli. Con lui una coppia, Massimo Carandente e Sabrina Fina, anch’essa pervasa di fanatismo religioso, che lo avrebbe in qualche modo istigato all’eccidio per “liberare” casa e famiglia dal demonio.  Il movente della strage pare da ricercarsi nell’ossessione religiosa dell’omicida. Bisognerà anche capire perché la figlia 17enne sia stata risparmiata. 

La ragazza, all’arrivo dei carabinieri, è apparsa poco lucida, si ipotizza possa essere stata drogata. La Procura dei minori ha deciso di trasferirla in una casa famiglia. Nei prossimi giorni verranno effettuate le autopsie sui corpi delle tre vittime per capire come siano state uccise e per confermare o meno l’ipotesi secondo la quale i ragazzini sarebbero stati strangolati con catene. Pare che gli omicidi siano arrivati dopo giorni di delirio: riti con animali “sacrificati”, torture ai danni delle vittime. Tutto per «liberarsi dal diavolo».

 


Una famiglia quasi “invisibile”, quella dei Barreca. Avevano vissuto per diversi anni nella provincia piemontese di Novara, a Galliate, prima di ritornare in Sicilia cinque anni fa. In paese nessuno ne ha un ricordo definito: quasi una famiglia “invisibile” per anni. Maria Rita Chisesi, preside del liceo artistico di Bagheria frequentato da Kevin, il figlio 16enne trucidato, e anche dalla 17enne sopravvissuta, descrive la madre come «una persona molto semplice e che seguiva molto i figli, veniva spesso a parlare con i professori della scuola». Gli inquirenti cercano ora di capire proprio il ruolo della coppia di presunti complici, anch’essi arrestati domenica sera. Dai loro profili social emerge per Carandente una forma di fanatismo religioso, con continui post sulla grandezza di Dio e la necessità di credere. Per quanto riguarda la donna, pare fosse dedita alla vendita di prodotti cosmetici, pillole di vario genere e rimedi “miracolosi”. Per ora si escluderebbe un collegamento con altre persone: i tre avrebbero agito di concerto ma non sotto la spinta di un gruppo “spirituale” più vasto o di una setta. Barreca frequentava da tempo una comunità evangelica e lì avrebbe conosciuto la coppia a cui ora è contestato il concorso in triplice omicidio.

 

 


 

L'ossessione per la religione salta all’occhio anche se si guardano i profili social dei due: “Satana sta usando i pastori corrotti” o “Quando il popolo di dio prega, il diavolo trema”, scriveva Carandente in alcune delle decine di post dedicati ad argomenti religiosi e a sedicenti pastori e guaritori. Intreccio tra religione e demoni, dunque. «Le sette sono un fenomeno in crescita, soprattutto dopo la pandemia e tra giovani. Donne come uomini», anticipa subito padre Gabriele Foschi, esorcista da vent’anni, alla guida della parrocchia di Sant’Egidio e esorcista della diocesi di Cesena-Sarsina. «Spesso ci cadono persone già psicologicamente fragili e lo scopo di queste sette è quello di isolare le persone, manovrarle, fino a spingerle a compiere gesti estremi o anche ad uccidere. A volte dietro c’è il demonio, altre volte problemi psicologici. Oppure entrambe le cose».

 


Ma come si riconosce una presenza demoniaca, in questi contesti? «Con colloqui approfonditi – spiega padre Foschi -. Se siamo di fronte a una persona posseduta da Lucifero, noi esorcisti ce ne accorgiamo subito. I posseduti, forma più alta della presenza manifestata dal demonio, mostrano una forza disumana, sono capaci di parlare più lingue a loro sconosciute e rivelano cose che non possono sapere. In questi casi, che sono comunque rarissimi, si compie il rito dell’esorcismo. Posso garantire che tra centinaia di ossessioni da demoni o infestazioni in abitazioni, le vere possessioni si contano sulle dita di una ma no». Secondo padre Foschi, sono in effetti tante le persone con problemi psicologici e ossessionate dai demoni. «In questi casi si avvia un percorso di aiuto, con il nostro supporto e con quello di psicologi. Ma può anche capitare, ed è frequente, che alla base delle ossessioni vi sia solo una malattia mentale. Il diavolo c’è, esiste, ma non va confuso con i disturbi psichiatrici. in ogni caso, quando si manifesta noi lo sappiamo riconoscere. Il caso più eclatante della mia esperienza? Quando un indemoniato sottoposto all’esorcismo ha detto al mio collaboratore che aveva un tumore, indicandogli con precisione dove. Era vero, e lo sapeva solo lui». 

 

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