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Roma, musica di Ghali e manichino della Meloni bruciato: momenti di tensione

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Momenti di tensione, ieri - giovedì 22 febbraio - a Roma, nel corso del corteo organizzato da circa 3mila esponenti della sinistra radicale nel quartiere Tufello per ricordare Valerio Verbano, militante vicino all’area di Autonomia Operaia che venne ucciso il 22 febbraio del 1980 fa nella sua casa di via Monte Bianco da un commando mai identificato.

Insieme ai fumogeni rossi, ai fuochi d’artificio e alla musica di Ghali diffusa dagli altoparlanti, un manichino della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, raffigurata con una croce celtica appesa al collo e una corona in testa, è stata data alle fiamme. Le immagini del rogo sono adesso al vaglio degli inquirenti e della Digos.

Alla presidente del Consiglio è subito arrivata la solidarietà del presidente della Camera, Lorenzo Fontana: «Rivolgo al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, le espressioni della più sentita solidarietà e vicinanza per quanto avvenuto a Roma nel quartiere di Montesacro. Auspico che i responsabili vengano individuati al più presto e che simili messaggi di odio e di violenza non si verifichino più». All’attacco Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia: «La sinistra parlamentare condanni senza tentennamenti questi residuati bellici sessantottini che ancora evocano la violenza politica. Non vi può essere ambiguità di fronte alla violenza come metodo politico. È ora che il sottobosco violento della politica venga isolato dalle forze democratiche».

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