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Gratta e vinci, colpo da 5 milioni? "Vita rovinata", il dramma del 33enne di Torino

Alessandro Dell'Orto
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Quando con il bordo ruvido di una moneta, pian piano come fanno solo i superstiziosi e gli amanti della suspense, ha raschiato i simboli del Gratta e vinci - era il 2 agosto 2021- e con il cuore a ritmo di rock ha scoperto che aveva vinto 5 milioni di euro, ha capito che la vita si sarebbe stravolta. Mai, però, avrebbe immaginato che, per certi aspetti, sarebbe stato in peggio. Sì, perché il fortunello, un 33enne autotrasportatore di Nichelino (Torino), è diventato ricco, e però anche sfigato. Da quel momento (quasi) tutto è precipitato rovinosamente e lui è diventato l’“Hugo Reyes” italiano, perseguitato dalla malasorte come accadde a uno dei protagonisti della celebre serie televisiva “Lost”, il simpaticissimo cicciottello diventato milionario con la lotteria (giocò i numeri 4, 8, 15, 16, 23, 42) e poi tormentato dalla sfortuna. «C’è stato un momento in cui ho maledetto quella vincita che mi stava portando soltanto guai», così aveva spiegato l’autotrasportatore un anno dopo aver incassato il premio.
Una storia che riemerge ora, e che vale la pena di raccontare. Per ricordare come anche la preziosa faccia di una moneta d’oro ne possa nascondere anche un’altra, molto meno brillante

L’ASSALTO
A farlo pentire e angosciare era stata soprattutto una drammatica rapina subìta nella nuova villa in collina a Torre Pellice, peraltro acquistata con una parte dell’incasso. Quattro rapinatori, incappucciati e armati di pistola, avevano assaltato l’abitazione in cui viveva con la compagna e gli avevano ordinato di consegnare alcuni orologi di valore. Che però non esistevano perché l’uomo, oltre alla casa, aveva investito il resto della vincita in lingotti e criptovalute, aveva ingrandito l’azienda e si era pure comprato una Bmw da 150 mila euro. «Quando mi hanno chiesto degli orologi, ho pensato che avessero sbagliato persona- aveva raccontato ai tempi l’imprenditore-, perché il precedente proprietario era un collezionista».

 

 

I rapinatori a quel punto l’avevano minacciato e picchiato, facendosi consegnare 23 mila euro in contanti, poi avevano rovistato in tutta la casa trovando preziosi e gioielli per 14 mila euro, e anche 8 chili di lingotti d’oro del valore di 530 mila euro. Soddisfatti, avevano chiuso la coppia nel locale caldaia ed erano fuggiti. Dopo poche ore, però, i carabinieri, grazie a una telefonata anonima, avevano arrestato Costantin Denisov, trasportatore moldavo di 48 anni (in casa nascondeva una pistola giocattolo e 5 mila 650 euro in contanti) e dopo quasi un anno di indagini erano arrivati agli altri complici: una donna e un uomo romeni e un uomo moldavo.

«ERRORI CHE NON RIFAREI»
Ma tutto questo non era bastato a tranquillizzare il fortunello, travolto da sensi di colpa (il bottino in effetti non è mai stato ritrovato) e paura. «Ora la mia casa è un bunker - aveva spiegato -, ma quando ti capita una vincita del genere vivi in uno stato di perenne euforia e commetti errori che oggi non rifarei. Avevo chiesto di depositare i lingotti in banca, ma la mia filiale era in un’altra città e le procedure erano lunghe. Dell’esistenza di quell’oro sapevano solo gli amici intimi, non avevo certo messo i manifesti». La ricchezza a portata di mano che si è trasformata in terrore. Adesso, a distanza di due anni e mezzo dalla rapina, l’imprenditore può finalmente sperare che la sfiga abbia fatto il suo corso e che la vita torni finalmente a scorrere in maniera più normale.

 

 

A livello economico e soprattutto di preoccupazioni. Già, perché il processo è terminato e i rapinatori sono stati condannati: i due uomini, per i quali la Procura aveva chiesto 4 anni e 6 mesi di reclusione, dovranno scontare rispettivamente 5 anni e 6 mesi e 2 anni e 6 di carcere, mentre alla donna (che nell’occasione aveva fatto il palo) sono stati inflitti tre anni e sei mesi. Ecco, questi invece la sfiga se la sono proprio andati a cercare.

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