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La fuga all'estero dei medici che mette in crisi la sanità italiana

Roberto Formigoni
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Fra i tanti problemi che affliggono la sanità italiana ve n’è uno che desta particolare preoccupazione: la fuga di medici all’estero, che provoca una carenza drammatica nei nostri ospedali.
Una fuga che ha l’aspetto di un vero e proprio esodo, in rapido aumento da qualche tempo.
Le previsioni sono addirittura cupe per il 2024, si parla di 20mila medici laureati in Italia che abbandoneranno la nostra patria, e si tratta al 90% di giovani tra i 35 e i 40 anni, stando alle dichiarazioni di Antonio Magi, presidente del maggiore ordine dei medici, quello di Roma. I paesi che attraggono di più sono ovviamente quelli in cui ci sono migliori condizioni di lavoro e una remunerazione più alta: Stati Uniti, Israele, Germania , Francia, Regno Unito, Svizzera, Belgio, Svezia, Canada e Irlanda sono le dieci nazioni in cima alla lista delle mete preferite.

Secondo i dati ufficiali dal 2019 al 2022 sono andati all’estero in 21.937, fra i quali 14.341 specialisti, ma per quest’anno si prevede il boom di cui ho scritto prima, e il mistero avvolge gli anni successivi. Già oggi sono fuori Italia almeno 38mila medici italiani. Quali le cause? La remunerazione migliore all’estero e la prospettiva di contratti a tempo indeterminato sono le principali, del resto l’Italia è al terzultimo posto in Europa perla remunerazione di specialisti. Ma incide molto anche la delusione per non aver avuto la stabilizzazione del rapporto di lavoro promessa per il dopo pandemia. E se le condizioni di lavoro fossero migliori, i ritmi meno stressanti, certamente la fuga diminuirebbe.


Ma proprio la diminuzione del numero dei medici costringe chi resta a turni più pesanti e la poca manutenzione, a volte la fatiscenza di molti ospedali, soprattutto al Sud, peggiorano tutto il quadro. Alcune regioni si sono rivolte a paesi esteri, quelli dove ovviamente gli stipendi sono inferiori, per invogliare un’immigrazione medica in Italia, ma il problema non è stato risolto. Anzi, è noto il caso di una regione del Sud che ha fatto arrivare 500 medici da Cuba, bravi professionalmente ma... non tutti erano medici, uno su dieci era una spia, e questo ha anche provocato una nota ufficiale di protesta del Dipartimento di Stato Usa al nostro governo!

Da parte mia continuo a chiedermi perchè i governi nazionali dal 2012 hanno proclamato il numero chiuso nelle facoltà di medicina, impedendo a molti giovani che volevano iniziare quegli studi, di farlo. Anche il governo attuale tentenna, si è detto che mancano le strutture ma, poffarbacco, si fa prima ad ampliare i locali di una facoltà e ad acquistare il materiale necessario che a formare un giovane (6 anni per la laurea in medicina, 3 anni in più per la specializzazione). O no?

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