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Ovulo, la parola della settimana che metterà in imbarazzo Boldrini e sinistra

Massimo Arcangeli
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L’origine di ovulo è il latino scientifico ovulum, un derivato di ovum (“uovo”). Un ovulo, alla lettera, è quindi un “piccolo uovo”. Un ovetto, insomma. E come l’uovo pasquale, nell’accezione qui interessata, con tanto di sorpresa.

Gli ovuli sono le capsule riempite di sostanze stupefacenti (perlopiù eroina o cocaina, dall’alto valore di mercato), protette da un involucro (in lattice, cellofan o altro) e quindi ingoiate a decine, oppure introdotte nel corpo per via rettale o vaginale, con cui i narcocorrieri tentano di superare i controlli antidroga in aeroporti, zone di sicurezza o aree di confine fra gli Stati. Il narcotraffico esercitato secondo queste modalità, debitrici della trasmissione di microfilm e del commercio illegale di diamanti, è stato descritto per la prima volta nei primi anni Settanta del Novecento. In inglese il portatore corporale di droga viene chiamato in diversi modi, fra cui body packer (“imballatore corporeo”) e body stuffer (“imbottitore corporeo”). Sono entrambi “muli” (in inglese gergale mules, “corrieri”), portatori corporali di droga chiamati da noi ovulatori, ma se i body packers “stipano” i pacchetti di droga per tempo, i body stuffers lo fanno al momento, se individuati dalle forze dell’ordine. In questo caso gli ovuli frettolosamente ingeriti, date le circostanze, sono di numero inferiore rispetto a quelli trasportati dai fratelli “imballatori”.

Fra gli altri significati di ovulo c’è quello, ottocentesco e ormai piuttosto raro, di ovocito (o cellula-uovo); quello con cui viene denominato l’elemento riproduttore femminile dell’ovario del fiore di alcune piante (le spermatofite) che, dopo la fecondazione, genera il seme; quello con cui ci si riferisce a un prodotto solido, un farmaco o un dispositivo medico, da introdurre in unica dose nella vagina e simile a una supposta, in grado di rilasciare principi attivi per il trattamento di infezioni o altre patologie della mucosa vaginale. Ci sarebbe poi quello che ha dato il nome a diversi tipi di funghi, fra velenosi e commestibili (come il pregiato Amanita caesarea), ma qui l’ovulo è più spesso un ovolo.

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