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L'amianto non trasloca dall'Italia

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Il terzo rapporto dell'ISPEL parla di ancora 30 milioni tonnellate

Roberto Amaglio
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in Italia ancora 30 milioni di tonnellate, in pratica 500 di media per ogni abitante. Nonostante l'impiego dell'amianto sia fuori legge in Italia dal 1992 (legge n. 257) e a soli due giorni dalla storica sentenza di condanna per omicidio colposo plurimo e lesioni gravissime ai dirigenti della Fincantieri, i dati sulla presenza di amianto nel Bel Paese non sembrano far registrare un'inversione di tendenza. Questo quanto emerge dal terzo rapporto del Registro Nazionale dei Mesoteliomi (ReNaM), istituito presso l'ISPESL e in pubblicazione tra pochi giorni. Il reportage riporterà per esteso le caratteristiche del sistema di sorveglianza, gli indicatori epidemiologici di incidenza e un'analisi dettagliata delle caratteristiche di esposizione all'amianto, facendo luce sui numeri effettivi dei decessi, dei malati e dei lavoratori che ancora sono a stretto contatto con il materiale tossico, presente in modo massiccio in Italia nonostante i divieti e le pratiche di smaltimento. Secondo l'ISPEL, il documento sarebbe uno strumento assai utile per la sanità pubblica, sia per la prevenzione della malattia sia per il riconoscimento dei diritti dei soggetti ammalati e dei loro familiari. I dati si riferiscono alle stime fino al gennaio 2009, quando si registrarono 9.166 casi di mesotelioma maligno, rilevati in ragione di un sistema di ricerca attiva e di analisi standardizzata delle storie professionali, residenziali e familiari dei soggetti ammalati. Fino a 45 anni la malattia è rarissima (solo il 2,7% del totale dei casi registrati). L'età media alla diagnosi è di 68,3 anni. Il tasso standardizzato per mesotelioma maligno della pleura (certo, probabile e possibile) risulta pari a 3,42 casi (per 100.000 residenti) negli uomini e 1,09 nelle donne. In media la malattia si presenta generalmente dopo più di 40 anni dall'inizio dell'esposizione, tuttavia il range di variabilità della latenza è estremamente ampio. Proposte intanto arrivano dalla CISL e da Fare Ambiente, le cui mozioni vertono soprattutto sul campo dell'edilizia. Il coordinatore Piergiorgio Benvenuti (Fare Ambiente) punta "sulla conclusione della rilevazione a livello nazionale con i dati complessivi regionali, per poi procedere con lo stanziamento di fondi straordinari per le relative bonifiche". Il segretario confederale della Cisl Fulvio Giacomassi, invece, punta sulla creazione di un fondo di solidarietà per le vittime.

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