Poche ore al Conclave. Domani, 7 maggio, ci sarà la prima fumata. Stando al direttore della sala stampa vaticana, Matteo Bruni, la fumata apparirà "non prima delle 19". Nel pomeriggio, infatti, dal momento dell'ingresso in Sistina, intorno alle 16.30, ci sarà la catechesi del card. Raniero Cantalamessa, il giuramento, dunque il voto. Motivo per cui la fumata non potrà essere prima di sera. A partire da giovedì invece le fumate saranno intorno alle 10.30 (in questo caso solo se bianca) o alle 12. Nel pomeriggio alle 17.30 - anche in questo caso solo se bianca - o intorno alle 19. Le fumate sono dunque due al giorno, ma in caso di esito positivo non sarà a fine sessione ma viene anticipata. Ma come si elegge il Papa? L'elezione è stata modificata da Benedetto XVI nel 2013. Ora, a eleggere il capo della Santa Sede sono i cardinali che non hanno ancora compiuto 80 anni. Prima del Conclave, però, i cardinali si riuniscono nelle Congregazioni generali. Si tratta di riunioni preparatorie in cui i prelati esprimono le proprie opinioni sui problemi principali della chiesa.
Non solo, perché i porporati celebrano in San Pietro la "Missa Pro Eligendo Romano Pontifice", quindi si recano in processione alla Cappella Sistina. Qui il cardinal decano (quest'anno è Pietro Parolin) pronuncia per tutti il giuramento. A quel punto è il turno del maestro delle celebrazioni liturgiche, l'arcivescovo Diego Ravelli. Sarà lui a intimare l'"extra omnes", facendo uscire gli estranei. Per tutta la durata del Conclave, i cardinali non possono comunicare in alcun modo con l'esterno, e non possono neppure leggere giornali o guardare la tv. Un Conclave dura in media da due a cinque giorni. Il voto è a scrutinio segreto e per eleggere il papa servono i suffragi dei due terzi degli elettori presenti e votanti.
Nella scheda va scritto un solo nome, pena la nullità. Se non si raggiungono i due terzi, le schede vengono forate e legate con un nastro. Due volte al giorno, al mattino e al pomeriggio, vengono bruciate nella stufa installata alla Sistina, con un colorante che dà una fumata nera (perclorato di potassio, antracene e zolfo). Se il candidato riceve almeno i due terzi delle preferenze, il decano gli chiede in latino "accetti la tua elezione, canonicamente avvenuta, a Sommo Pontefice". Alla risposta affermativa, il decano chiede, sempre in latino, "con quale nome vuoi essere chiamato?". L'eletto risponde "Vocabor" (sarò chiamato) e il nome, con il relativo numero. Dopo l'accettazione, le schede vengono bruciate nella stufa con un colorante che dà una fumata bianca (clorato di potassio, lattosio e colofonia). Nel frattempo, mentre il cardinale protodiacono si affaccia alla loggia di San Pietro e pronuncia il tanto atteso "habemus papam", il nuovo papa si ritira nella sacrestia della Sistina, detta "Stanza delle lacrime", proprio perché lì spesso i neoletti si lasciano andare all'emozione.