La riscoperta della Sicilia nell’operosità delle formiche

La mostra dell’artista siculo dedicata all’isola, ai suoi abitanti e ai loro talenti in un’epoca in cui "pur rimanendo fedeli a se stessi, è necessario cambiare"
di Vera Agostidomenica 6 luglio 2025
La riscoperta della Sicilia nell’operosità delle formiche
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L’ ex convento del Carmine di Scicli è stato re centemente restaurato, grazie ai fondi della Legge del terremoto 1990 e a un finanziamento del Ministero della Cultura, e felicemente trasformato in Museo d’Arte Contemporanea del Carmine (MACc). Non solo barocco e Montalbano, quindi, per la cittadina siciliana, ma anche eccellenza nel contemporaneo.

Formichine stampate su adesivi salgono sulla statua di Pietro di Lorenzo, detto Busacca, posta nella piazza antistante il Museo e invadono, segnano e accompagnano il percorso espositivo della personale di Emilio Isgrò (Barcellona Pozzo di Gotto, 1937, vive e lavora a Milano), inti tolata L’opera delle formiche, con cui si è celebrato il rinnovo dell’istituzione. La mostra, curata da Marco Bazzini e Bruno Corà, in collaborazione con l’Archivio Emilio Isgrò, prosegue fino al 3 novembre. Le formiche, secondo l’artista, non sono altro che i siciliani, che, senza più la “retorica sicilianista”, «offrono la loro intelligenza operosa a sostegno di un Paese che deve entrare tutto intero in Europa se vuole pesare qualcosa; segno di una Sicilia fedele a se stessa che tuttavia sa bene quando è venuto il momento di cambia re». L’artista concettuale è anche pittore, poeta, scrittore, drammaturgo e regista. Ha partecipato più volte alla Biennale di Venezia ed è uno dei nomi più celebri dell’arte contemporanea italiana a livello internazionale. L’installazione dedicata al quinto comandamento, “Non uccidere”, ripetuto in tutte le lingue, campeggia nel cortile.

È stata commissionata dal MAXXI di Roma all’artista e all’architetto Mario Botta per il 75esimo anniversario della Costituzione Italiana per cui il Museo e il progetto sono stati insigniti della Medaglia del presidente della Repubblica. Sulla scalinata che conduce all’interno della mostra, invece, la statua della libertà ha perso la torcia, segno premonitore di tempi infausti. Si tratta di La lumière de la liberté, esposta per la prima volta nel 2017 presso la Galleria Tornabuoni di Parigi. Una grande mappa della Sicilia con i nomi delle sue località cancellate è una delle prime immagini che colpisce l’occhio dell’osservatore, seguono poi i poemi amorosi con alcune parole cancellate dall’artista (Ti amo con i semi, 2024). Emerge l’evoluzione della Cancellatura, che dagli anni Novanta del Novecento prende anche le sembianze di api e formiche (La formica argentina sul rubinetto, 2023; Non schiacciatemi per favore, 2024). Proprio di recente è stato pubblicato il volume Io non cancello. La mia vita fraintesa, di Emilio Isgrò con Chiara dici ottomani (2010)