Si torna a discutere del delitto di Garlasco. Questa volta a dire la sua sulla morte di Chiara Poggi è la genetista Marina Baldi. Al centro il sangue sui pedali della bicicletta, ma anche quelli dell’impronta sul portasapone. Ai microfoni l'esperta ha spiegato che nella perizia del 2009 di "zone grigie ce ne sono tante. Spesso succede, ma in questa ce ne sono proprio tante, tanto che la vicenda giudiziaria di Stasi fu molto articolata. Leggendo la perizia, ci rendiamo conto che erano tanti anni e che non c’erano situazioni di tipo tecnico incontrovertibili".
Da qui il riferimento alle tracce di sangue trovate sulla bici di Stasi. "La quantità di sangue è irrisoria - ha spiegato -, quindi quel profilo è sì attribuibile a Chiara, ma a bassa concentrazione. Questo dà adito a una discussione: non c’è motivo per cui ci debba essere sangue di una persona sui pedali, se non trasportato dalle scarpe e quindi questo innesca tutta una serie di ragionamenti. La quantità minima di DNA è uno dei limiti dell’analisi e questo succede quando il DNA è talmente scarso che è di difficile rilevazione". La giornalista ha poi domandato: "Quindi è facile sbagliare?", e lei ha risposto: "Sì, si può sbagliare".
Garlasco, Chiara Poggi e i tagli sulle palpebre: l'ultima macabra ipotesi
Nuovi dettagli sul delitto di Garlasco tornano ad alimentare il dibattito attorno a uno dei casi di cronaca più c...Da qui la conclusione: "Sono cambiate molte cose oggi. I test sono più sensibili, le regole sono più o meno le stesse, ma le migliorie sono nettamente significative. Per alcune cose la perizia del 2009 è considerata ancora valida, per altre no. Quindi giustamente la Procura sta facendo un’attività capillare e poi si metteranno in comparazione i risultati di prima e di adesso e si cercherà di ottenere qualche informazione maggiore".