Toh, sui giornali di sinistra salta l’etnia dei baby “pirati”

Dalla Stampa a Repubblica, sfilza di dimenticanze sui 4 autori dell’omicidio In Italia ci sono 144 accampamenti: oltre la metà degli abitanti è minorenne
di Alessandro Gonzatogiovedì 14 agosto 2025
Toh, sui giornali di sinistra salta l’etnia dei baby “pirati”

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“I pirati”, titola La Stampa, “sono quattro bambini”, ma non i figli di Barbanera, Henry Morgan, Capitan Uncino né della Tigre della Malesia. Però, e non lo sappiamo, uno dei genitori potrebbe chiamarsi Sandokan. I “pirati” sono i quattro ragazzini che a Milano hanno investito e ucciso la 71enne Cecilia De Astis ma sssh, non ditelo alla Stampa che sono infanti rom. Sullo stesso giornale, questa volta sotto il titolo principale, potete trovare informazioni diverse, ad esempio che erano talmente delle creature che ancora indossavano la maglia dei Pokemon. E noi che ci aspettavamo quella col teschio! Trattasi di innocente ciurma di Pikachu, il simpatico mostriciattolo giallo. Oddio, simpatico...

Comunque: «Prima di qualunque polemica, strumentalizzazione, contrapposizione tra destra e sinistra, ecco», ribadisce La Stampa, «prima di tutto questo c’è una verità semplice e terribile, i protagonisti sono bambini». Su Repubblica crescono, diventano “ragazzini” – e tali sono – ma il dettaglio che siano rom (è oggettivo, non discriminatorio) non finisce nel titolo d’apertura, macché, sotto in piccolo. I pirati tornano piccini, e sempre su Repubblica: “Chiediamoci chi ha tradito quei bambini”, è la riflessione di Viola Ardone, la quale ci tiene a informarci che scrive dal Brasile: pur senza leggere il pezzo, cosa che però abbiamo fatto, vien da rispondere subito che i responsabili (i “traditori”) oltre ai ragazzini talmente grandi da saper girare con un’auto sono i genitori, i quali evidentemente qualcosa devono aver sbagliato. No?

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Dirlo, nell’epoca del politicamente ipocrita, potrebbe costarci svariate accuse: lo diciamo lo stesso, in quanto non ci risulta che siano stati allevati dalle Orsoline. In prima pagina su Domani ieri non c’era nulla sul delitto, ma non c’era neppure l’altroieri il che quantomeno denota una certa coerenza. Del Domani v’è certezza. La tragedia è avvenuta lunedì, e fino a ieri mattina anche molti siti dei principali giornali d’area sinistra si erano dimenticati di evidenziare che i “bambini” provengono da un determinato ambiente, sennonché potrebbe essere stata una svista dei colleghi. Una distrazione che sul sito di Repubblica, mentre scriviamo, permane: «Uno dei bambini dell’auto pirata interrogato dai vigili urbani: “Abbiamo avuto paura e siamo scappati”». La parola “rom” sparisce pure nei tre articoli a corredo. Sul sito della Stampa invece, con un po’ di calma ma in effetti non c’era alcuna fretta, spunta un reportage: “Viaggio nel campo rom dove vivono i ragazzini fermati: roulotte, rifiuti e niente scuola”, ma se lo scrive La Stampa allora si può dire, nessuna accusa di intolleranza, giusto? Siamo salvi, forse. Altro quotidiano, Il Messaggero – torniamo sul cartaceo – e altra omissione: “Omicidio stradale, con un’auto rubata uccidono una donna, quattro minori in fuga”. E chi sono questi quattro minori in fuga? «(...) A bordo un gruppo di adolescenti (...) avrebbero meno di 14 anni e tutti e quattro sarebbero senza patente». Davvero? Corriere della Sera: “Auto pirata, presi quattro bambini”. 

DAGLI AL LEGHISTA Ah, dimenticavamo: sulla Stampa Flavia Perina se la prende con Matteo Salvini, un evergreen, come d’estate gli articoli sul caldo rovente che ci sta sterminando e se non l’ha ancora fatto lo farà, oppure sul bere molta acqua e mangiare frutta e verdura, e non rum e brasato. Secondo il Consiglio d’Europa rom e sinti in Italia sono 180mila, forse troppo pochi per essere presi in considerazione dai quotidiani progressisti: che sia questa la ragione delle dimenticanze? Tra insediamenti formali e baracconi – stavolta la fonte è l’“Associazione 21 luglio”, specializzata – si arriva a 144 accampamenti disseminati da Nord a Sud: la concentrazione maggiore è tra Lazio e Campania, ma c’è un certo affollamento anche tra Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna. All’interno degli accampamenti, informa ancora la suddetta associazione, il 55% degli abitanti è minorenne. L’auto si può guidare a 18 anni, previa patente.

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