La domanda di valori tra società e politica

Al via la 46esima edizione della kermesse di Comunione e Liberazione: parlano Draghi e Meloni, esclusi Conte e Schlein. Una scelta chiarissima
di Annalisa Terranovavenerdì 22 agosto 2025
La domanda di valori tra società e politica

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Quest’anno occorre guardare con grande attenzione alla 46esima edizione del Meeting di Rimini. E non solo per la prima volta di Giorgia Meloni – che concluderà la kermesse – e perché ad aprire i lavori sarà Mario Draghi (che non mancherà di dire la sua sulla complessa situazione geopolitica determinata dall’entrata in scena di Donald Trump).

Non dimentichiamo, tra l’altro, che Meloni muove i primi passi in politica negli anni Novanta all’interno di un movimento giovanile di destra fortemente influenzato dal modello comunitario di Comunione e liberazione del decennio precedente. Se ci discostiamo un po’ dal fattore politico, tuttavia, va notato che questa edizione – dal titolo “Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi”, un verso di Thomas S. Eliot – giunge dopo lo straordinario successo del Giubileo dei giovani che ha visto accorrere un milione di ragazzi e ragazze festanti (e non recriminanti) sotto le insegne millenarie del cattolicesimo.

La scelta di campo del resto il Meeting già l’ha fatta escludendo dagli invitati fin dallo scorso anno Giuseppe Conte e Elly Schlein. Il che vuol dire che sul piano valoriale ci si muove ancora e sempre nella dimensione di ridare un senso a un’esistenza non consegnata solo al piatto materialismo e ciò esclude i radicalismi di sinistra.
Vi è dunque una domanda di sacro che attraversa i giovani e non solo i giovani e un’idea di religiosità che non si identifica con la semplice istanza di fratellanza universale. I luoghi deserti dove ricostruire, per seguire la suggestione del titolo del Meeting, non sono solo quelli dove imperversano guerre e catastrofi, sono anche i luoghi dello spirito. Non era forse Ratzinger a ricordare la necessità di una ecologia verticale? Abbiamo visto video in cui i ragazzi del Giubileo cantavano Imagine di John Lennon, inno di un umanitarismo troppo laico (non si vagheggia forse un mondo senza religioni?) per appagare le domande di senso, se poste in modo profondo. Ecco: il Meeting potrebbe fare uno scatto in più sul tema.
Cioè non limitarsi a una autorevole sfilata di politici per evidenziare una scelta di campo già fatta ma cercare di incidere nell’immaginario con provocazione all’altezza del Meeting del 1985, quando furono i modelli esistenziali – Parsifal, la Bestia, Superman – e non i discorsi politici a orientare il dibattito.

E ciò sarebbe tanto più auspicabile visto che le presenze al Meeting sono in aumento dallo scorso anno e si prevede che anche in questa edizione saranno tantissimi i partecipanti. Nella prospettiva divisioni del mondo che si confrontano, infatti, le parole d’ordine valoriali contano infinitamente di più delle proposte dei partiti e di quelle dei rappresentanti del mondo tecnocratico. I partiti – che virano tutti ormai sul modello leaderistico – non a caso non sono in grado di attrezzare movimenti giovanili davvero incisivi e trainanti. È vero che Cl non ha più le truppe organizzate che serravano i ranghi nel Movimento popolare attivo negli anni Ottanta del Novecento, eppure la sfida è sempre quella: la concretizzazione quotidiana della fede contro il modello incapacitante del cristiano “anonimo”, cioè in altre parole arreso al laicismo. In quella fase Cl ha potuto contare sull’appoggio di un pontefice come Giovanni Paolo II convinto della necessità di un processo di rifondazione di “visibilità della Chiesa” in un mondo travolto dalla secolarizzazione.

L’attuale papa Leone XIV non è estraneo a questa stessa sensibilità e se nel periodo della maggior forza aggregativa di Cl la spinta veniva dal rifiuto delle contrapposizioni sanguinose degli anni Settanta, oggi quella stessa energia può esser estratta da una società fiaccata dal relativismo e stupefatta dinanzi alla continua mancanza di rispetto per la vita. C’è ancora bisogno di Parsifal, insomma, c’è più che mai bisogno dell’eroe cercatore che intende conferire una direzione, una mèta alla sua esistenza e nel quale sia un laico che un cattolico possono identificarsi.