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Statua in Duomo, ancora vernice I pro-Pal copiano gli eco vandali

di Giorgio Vallerissabato 4 ottobre 2025
Statua in Duomo, ancora vernice I pro-Pal copiano gli eco vandali

(Pixabay)

3' di lettura

Ci risiamo. Il monumento equestre a Vittorio Emanuele II in piazza Duomo è stato di nuovo vandalizzato. Al termine della manifestazione a sostegno della Palestina di giovedì, alcuni partecipanti hanno raggiunto la statua gettando della vernice rossa sui leoni in marmo e sul bassorilievo in bronzo. E, guarda un po’ che originalità, con la stessa vernice sono apparse le frasi: “Meloni vai via” incisa sul bassorilievo e “Meloni merda” su uno scudo. Gli autori non sono ancora stati individuati, ma l’area è sorvegliata da più telecamere, che potrebbero aver registrato i responsabili. Anche se va rilevato che, per non sbagliare, di solito questi personaggi partecipano alle manifestazioni ‘pacifiche’ col volto ben coperto da passamontagna o sciarpa. Compagni di merende di quelli che hanno messo a ferro e fuoco la stazione centrale solo pochi giorni fa. «È ora di porre fine a tutte queste devastazioni e danneggiamenti in città che puntualmente si verificano durante ogni corteo organizzato dai pro-Hamas», tuona il deputato di Fratelli d’Italia, Riccardo De Corato.

«Prima di rintracciare i responsabili, visto che da quanto mi risulta ci voglia ancora tempo, è necessario che a far pagare tutti questi vandalismi nei confronti di beni culturali, patrimoni pubblici ed esercizi commerciali, siano gli organizzatori e richiedenti delle autorizzazioni per queste manifestazioni». E ancora: «È arrivato il momento che chi ha fatto richiesta di sfilare in corteo, occupare strade e piazze con manifestazioni, si assuma la totale responsabilità di ciò che in quei luoghi, indipendentemente dalla natura dell’evento, è accaduto».

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«Non possiamo tollerare che ogni manifestazione, a prescindere dalla motivazione, diventi occasione per sfogare la violenza contro i beni storici e artistici della città, commercianti, residenti e Forze dell'Ordine. Non è giusto che a pagare siano sempre i milanesi, che con le loro tasse devono farsi carico dei danni provocati da una minoranza di facinorosi. Per questo presenterò un ordine del giorno in consiglio comunale affinché il Comune di Milano si costituisca parte civile in un eventuale processo», fa sapere il consigliere comunale e segretario provinciale milanese della Lega Samuele Piscina. «Nessuno contesta il diritto di manifestare le proprie idee ma risulta evidente che esiste un confine preciso tra attivismo e vandalismo. Deturpare monumenti, palazzi o interi quartieri non aiuta in alcun modo a promuovere la fondatezza delle idee sostenute. Al contrario, distoglie l’attenzione dal tema della protesta spostandolo sul degrado, la violenza e il disordine prodotti durante la manifestazione», commenta Marco Amico, fondatore di Doctor Wall, società specializzata nella rimozione dei graffiti. Il copione non vi sembra nuovo? Basta riavvolgere il nastro di un paio d’anni perché nel marzo 2023 gli attivisti di Ultima Generazione avevano lanciato vernice gialla sulla statua e la parte bronzea del monumento era rimasta danneggiata tanto che è servito un intervento da decine di migliaia di euro per ripristinarla. Soldi che ovviamente non hanno tirato fuori gli autori del “nobile” gesto, tra cui persino un professore di matematica in un istituto tecnico milanese.

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Uno di quelli che dovrebbero insegnare ai più giovani a diventare persone civili e rispettose. «Cambia il colore da giallo a rosso, Cambia la mano e il contesto della manifestazione ma il risultato è sempre quello: vandalismo. Non è solo un imbrattamento a un monumento storico il cui ripristino sarà costoso, ma è una ferita al cuore della nostra Città, una mancanza di rispetto alla nostra storia. Siamo stanchi di vedere non rispettati anche i nostri diritti di voler vivere in una città decorosa», osserva giustamente Fabiola Minoletti, presidente del Coordinamento Comitati Milanesi. Però, questo nuovo vandalismo almeno un merito, per così dire, ce l’ha: rende ovvia una cosa che dovrebbe già essere evidente a tutti. Il fine della protesta c’entra poco o nulla. Ieri era l’utilizzo dei combustibili fossili, oggi sono i bambini di Gaza. Tanto per questo gruppo eterodiretto di manifestanti per tutte le stagioni l’importante è imbrattare muri e statue, rompere vetrine, cestini o altri elementi di arredo pubblico urlando qualche slogan contro il governo, ma solo se è di centrodestra. Insomma, fare casino. In nome di cosa è solo un optional.