L'ordigno che ha fatto esplodere l'auto del giornalista Sigfrido Ranucci sarebbe un ordigno artigianale confezionato con più di un chilo di polvere pirica, forse senza un timer, stando a quanto emergerebbe dai primi accertamenti. Gli investigatori, che indagano per danneggiamento aggravato con metodo mafioso, dovranno capire se ci sia qualche similitudine tra l'ordigno utilizzato per il conduttore di Report e quelli dello stesso genere usati dalla malavita negli ultimi tempi a Roma e provincia.
In ogni caso, come si legge sul Corriere della Sera, si tratta di un ordigno che avrebbe potuto provocare gravi ferite nel caso in cui qualcuno si fosse trovato nelle vicinanze dell'auto presa di mira. Intanto gli artificieri dei carabinieri sono già al lavoro per analizzare i reperti raccolti nella notte per capire se la bomba sia stata innescata con una miccia o se avesse un timer. In quest’ultimo caso, l’attentato fallito si rivelerebbe ancora più pericoloso di quanto si fosse pensato finora.
Secondo quanto emerso, però, sembrerebbe che non ci fosse alcun timer. L'ordigno sarebbe stato lasciato con la miccia accesa tra due vasi esterni alla villetta in cui Ranucci vive con la famiglia. Sempre secondo una prima ricostruzione, il giornalista sarebbe tornato a casa circa 20 minuti prima dell’esplosione mentre, come lui stesso ha dichiarato, la sua auto era parcheggiata dall’ora di pranzo proprio davanti a casa.