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Rai, le liste di proscrizione colpiscono anche Incoronata Boccia

La capo ufficio stampa della tv di Stato, 25 anni in azienda, è stata messa nel mirino dalla sinistra di vario colore per le sue affermazioni sul conflitto in Medio Oriente
di Francesco Storacegiovedì 23 ottobre 2025
Rai, le liste di proscrizione colpiscono anche Incoronata Boccia

3' di lettura

Domanda facile facile: ma se giustamente convocate la piazza a tutela della libertà di stampa; e se vi schierate a testuggine - anche qui giustamente- a tutela di Sigfrido Ranucci, com’è che appena vi capita tra le grinfie una giornalista che non è di sinistra ma ha il torto di essere dirigente Rai la linciate? Non è che siete affetti da odio, che non sopportate proprio di stare all’opposizione, e che affibbiate ad altri comportamenti tipici delle vostre legioni con taccuino e telecamera?

Il lettore di Libero ricorderà il caso di Incoronata Boccia, detta Cora per gli amici e quindi non per la sinistra. Costei, dopo 25 anni in azienda, è ora all’ufficio stampa della Rai, che dirige. Nei giorni scorsi è stata già messa nel mirino - metaforicamente per ora - dalla sinistra di vario colore per le sue affermazioni sul conflitto in Medio Oriente. Ad esempio sul non prendere per oro colato la propaganda contabile di Hamas sui numeri di morti e feriti palestinesi. Un’opinione, evidentemente, sufficiente ad Elly Schlein per chiedere il licenziamento di Boccia; ieri sono tornati alla carica- per non far notare la loro assenza dal plotone di esecuzione - M5S e Avs. Il pretesto è stato l’incarico conferitole dall’azienda nella commissione che dovrà stabilizzare 120 giornalisti precari.

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Lavoro che certo non svolgerà in solitudine, ma con altri colleghi che però non vengono setacciati per il loro orientamento politico. Particolare da non trascurare: Incoronata Boccia non è una esponente politica, è giornalista e basta. Eppure si sono scomodati il capogruppo del misto in Senato, De Cristofaro di Avs, e addirittura tutti i componenti pentastellati della commissione di vigilanza per chiedere la revoca dell’incarico in quella commissione. In sostanza, «non può giudicare i colleghi» una che non sta con Hamas. ProPal in redazione sono ovviamente ben accetti dai nobili parlamentari dell’opposizione.

Ci deve essere un virus in Parlamento se si arriva a sostenere tesi così bizzarre. Oppure, ed è peggio, a redigere di volta in volta autentiche liste di proscrizione. È fanatismo e pure pericoloso. La gogna contro i giornalisti è vietata a sinistra, come è ovvio; ma non lo è “da” sinistra. In questo caso contumelie e minacce sono assolutamente libere e magari incentivate. Alla Boccia hanno persino rimproverato di essere stata tra i fondatori di Unirai, il sindacato Rai alternativo all’Usigrai, ma dimenticando che proprio alla stessa Usigrai è stata iscritta per anni. Tutto questo accade nel pieno della discussione sulla libertà di stampa, anche a causa dell’attentato a Ranucci. Di fronte a certe livide censure, viene da chiedersi a che titolo i partiti mettano nel mirino giornalisti non allineati ai loro diktat. Sui social siamo così inondati da liste di giornalisti “nemici”, bacheche gogna, marchiature: un metodo inquietante. A caso potremmo citare ciascuno dei profili social di Mario Sechi come di Alessandro Sallusti, di Tommaso Cerno come Maurizio Belpietro: orde di autentici delinquenti, magari travestiti da troll, lanciano le minacce più infami contro loro e tutti gli altri.

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