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Famiglia nel bosco, "gravi rischi": perché i giudici hanno detto no al ricorso

di Redazione sabato 20 dicembre 2025

2' di lettura

Ci sono delle motivazioni ben precise dietro la decisione della Corte d'appello dell'Aquila di rigettare il ricorso dei coniugi australiani Nathan e Catherine contro l'allontanamento dei loro figli di 6 e 8 anni disposto dal tribunale dei minori. I giudici di primo grado hanno giudicato inadeguato il casolare in mezzo ai boschi di Palmoli, in provincia di Chieti, in cui i piccoli stavano crescendo. Di lì il trasferimento in una casa famiglia a Vasto, dove i bambini restano tuttora. 

L'auspicio della Corte d'Appello è che i genitori cambino atteggiamento e abbattano "il muro di diffidenza" mostrato prima dell'ordinanza che ha disposto la sospensione della responsabilità genitoriale e il conseguente allontanamento dei figli. Allo stesso tempo, però, i giudici hanno rilevato anche "apprezzabili progressi" da parte della coppia anglo-australiana. 

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Nella sentenza, i giudici dell'appello si sono limitati a confermare i rilievi dei colleghi di primo grado, rilevando "gravi rischi per la salute fisica e psichica dei bambini, per la loro sana crescita, per lo sviluppo armonioso della loro personalità" e respingendo tutti i reclami dei legali, dalla presunta "incomprensione" linguistica al mancato ascolto dei minori, come previsto dalla convenzione Onu. "I reclamanti hanno un'adeguata conoscenza della lingua italiana, sicuramente sufficiente all'esercizio delle prerogative minime difensive in sede di audizione davanti al Tribunale dei minorenni, come pure sufficiente a interloquire, durante la prima fase del procedimento, con gli assistenti sociali e con gli altri operatori coinvolti nel tentativo di attuazione dell'intrapreso percorso di tutela dei minori", sostengono i giudici.

Forti dubbi sono stati poi sollevati sui certificati con cui negli anni è stato valutato il grado di istruzione della figlia maggiore della coppia anglo-australiana. Confermando la possibilità di avvalersi dell'istruzione parentale, i giudici hanno evidenziato la mancanza di alcuni documenti nella richiesta di ammissione agli esami di idoneità alla seconda e terza elementare. 

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