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L'ultima deriva di Walter

Lotta dura ai quiz in tv

Silvia Tironi
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Il re dei telequiz, Mike Bongiorno, deve a loro gran parte della sua fortuna e della sua fama. Eppure ai quiz contemporanei (quelli della sua epoca sono pezzi storici, tutta un'altra cosa) non risparmia critiche: "Ormai è tutta una questione di fortuna", spiega Mike a Libero (vedi articolo di Marco Gorra sul quotidiano in edicola venerdì), "come al gioco dei tre bussolotti". L'inizio della fine "è stato quando, per tirare su gli ascolti hanno iniziato a dare le tre risposte per ogni domanda". Mica come ai tempi belli, "quando ogni concorrente era scrutinato tre volte: la prima a casa sua, la seconda a casa mia e la terza in studio, per vedere come funzionava con le telecamere. Allora, se vincevi era solo perché eri bravo". E il signor Mike, in questo modo, si fa alleato del leader dell'opposizione Walter Veltroni, che ha deciso di intentare una dura battaglia nei confronti dei giochi a premi in tv. "Le trasmissioni televisive in cui si guadagnano milioni senza saper fare nulla",  critica segretario del Pd, "trasmettono alla società un messaggio sbagliato. Alcune trasmissioni televisive", dice Veltroni, "in tempo di crisi, con quello che sta vivendo il Paese,  mi sembrano marziane". Se il suo intento era quello di far discutere, Veltroni ha colto nel segno. Ma anche in questo caso gli sono cadute addosso un sacco di critiche: "Sentendo le parole di Veltroni mi viene da pensare che allora bisognerebbe abolire pure il Superenalotto", replica il direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce,"e magari applicare una regola contro i guadagni facili dei calciatori.Francamente non sono affatto d'accordo sull'additare, come fa il segretario del Pd, alcune trasmissioni tv per affrontare una questionemolto più generale". De Noce poi incalza: "Specialmente da un politico ci si aspetta che certe affermazioni vengano accompagnate da proposte alternative. Anche perchè abolire certe trasmissioni significherebbe togliere programmi che aiutano comunque a generare una ventata di ottimismo e danno speranza. Se poi si vuole affrontare seriamente il discorso dei 'soldi facilì in quei settori in cui può apparire che non c'è proporzione tra la necessità di quel che viene fatto e la corresponsione di denaro, si può fare ma ci vuole una disamina molto più ampia che quella su qualche programma tv". Dello stesso avviso è Massimo Donelli, direttore di Canale 5: "I premi in tv esistono dalla notte dei tempi, il refrain di 'vince due miioni di lire in gettoni d'oro' fa parte della storia della tv, non solo italiana. E ne ha fatto parteanche in periodi di particolari congiunture economiche. In tutto il mondo la tv dispensa premi in denaro o in gettoni". Donelli non manca di lanciare una bella frecciata alla tv pubblica, e tiene a fare un sistinguo tra Rai e Mediaset: "Veramente quest'anno nei nostri programmi,dalla 'Corrida' al 'Grande Fratello', i telespettatori possono vinceresettimanalmente buoni acquisto per fare la spesa. Dopdichè credo che anche in questo caso si debba distinguere tra la tv commerciale, che non gode nè di un canone nè di un abbonamento, e la tv pubblica che invece ne gode e che ha una funziobne diversa rispetto alla tv commerciale. La tv commerciale agisce all'interno di una logica commerciale e promozionale, chiramente sempre nel rispetto dei telespettatori e del buon gusto. Tanto è vero che quest'anno noi abbiamo ridotto, per esempio, il montepremi finale del 'Grande Fratello', da 500.000 a 300.000 euro. Esattamente nella stessa logica per cui non diamo più premi in denaro ma buoni acquisto. Insomma siamo consapevoli di muoverci nell'arena sociale ma non ritieniamo chesia sbagliato proporre programmi a premi. Quanto alla tv pubblica, essendo sottoposta alla vigilanza di una commissione parlamentare, credo esistano tutti gli strumenti, se Veltroni riterrà e sarà in grado di raccogliere il consenso di una vasta maggioranza parlamentare, di intervenire sulle trasmisisoni Rai che quotidianamente dispensano centinaia di migliaia di euro. Detto questo, credo che non vi sia nulla di insano nei programmi a premi, anzi ogni tanto si fa la fortuna di qualcuno che neha bisogno. È capitato per esempio che il vincitore del Grande Fratello dello scorso anno è riuscito a mettere in piedi un agriturismo, che sarà un volano economico per lui e per quanti ci lavoreranno".

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