L'economista Leonardi, piani B e campagna anti-euro ci stanno già costando tantissimo
Milano, 29 mag. (Labitalia) - "Per le crisi finanziarie non c'è bisogno di attuare le cose: basta che i mercati credano al fatto che avverranno. E dopo anni e anni passati, dalla Lega prima e dai Cinque Stelle poi, a dire che l'Italia doveva uscire dall'euro, quando i mercati hanno visto che queste due forze hanno vinto le elezioni hanno avuto una reazione immediata". Lo dice a Labitalia Marco Leonardi, professore di economia politica all'Università Statale di Milano e già consigliere economico di Palazzo Chigi nella scorsa legislatura. "E purtroppo è anche difficile che i mercati ci ripensino. Il pasticcio fatto sul governo, tra piani B e promesse elettorali più o meno dissimulate in campagna elettorale, sull'uscita dall'euro, ci sta costando carissimo e ha causato l'andamento dello spread in salita", aggiunge Leonardi. "Questa uscita dall'euro poi -avverte l'economista- non necessariamente deve avvenire per via normativa. Un modo per far uscire l'Italia dall'eurozona è stampare i minibot, facendo esplodere il debito pubblico dal 133% del Pil al 150%. Oppure -aggiunge Leonardi- se si fa un contratto di governo che vale 100 miliardi e poi si fa, in barba ai trattati europei e con intento chiaro di scontro con l'Ue, una legge di bilancio da 100 miliardi, è chiaro che siamo fuori dall'euro". Uno dei problemi "giustamente sottolineato da Mattarella", dice Leonardi, "è che nessuno ha fatto veramente capire il baratro che si aprirebbe davanti a noi abbandonando l'eurozona". "Il Presidente Mattarella -ricorda l'economista- ha detto chiaramente che, se la conseguenza della vittoria delle forze politiche è l'uscita dall'euro, va fatta una discussione pubblica e approfondita. Non è cosa che si può liquidare con uno slogan. E bene ha fatto il Presidente a reputare certe scelte inaccettabili, perché avrebbero messo in pericolo da subito i risparmi degli italiani". Dietro ai problemi di oggi ci sono teorie vecchie, spiega l'economista: "La Lega sostiene che il calo di crescita e il calo di produttività in Italia sono dovuti all'euro. Una tesi completamente sbagliata, perché in nessun altro Paese l'euro ha causato problemi di crescita. E' vero invece -afferma Leonardi- che dall'inizio della crisi a oggi abbiamo perso diversi punti di Pil e dobbiamo cercare di recuperarli. Questa è la via da seguire". L'impossibilità di formare un governo composto dalle forze uscite vincitrici dalle elezioni del 4 marzo è dovuta al fatto, avverte, "che non si sono messe d'accordo tra di loro: Mattarella ha fatto di tutto per farli incontrare". Ora tocca a Cottarelli, da cui, conclude Leonardi, "ci possiamo aspettare che tenga in equilibrio come può la situazione e che ci porti presto alle elezioni".