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Dl Crescita: Pietrini (YOURgroup), 'bene anche se manca digitalizzazione'

AdnKronos
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Roma, 1 lug. (Labitalia) - "Bene il decreto Crescita, anche se manca la professionalizzazione dei lavoratori e dei manager verso la digitalizzazione. Con l'approvazione del cosiddetto decreto Crescita al Senato termina l'iter della tanto attesa norma che, secondo le intenzioni del governo, dovrebbe aiutare le aziende italiane a crescere. Tra le norme introdotte, merita particolarmente attenzione quella che ripropone gli incentivi fiscali a supporto del processo di trasformazione tecnologica e digitale delle imprese secondo il modello previsto dal Piano nazionale impresa 4.0". Lo dice all'Adnkronos/Labitalia Andrea Pietrini, chairman YOURgroup, partner di Elite e di Borsa Italiana. "La situazione in Italia - spiega - in termini di digitalizzazione è deficitaria, i numeri sono emblematici. Il Desi, l'indice di digitalizzazione dell'economia e della società della Commissione europea che ogni anno misura la competitività digitale degli Stati membri, ha collocato l'Italia al 24° posto su 28 Stati membri dell'Ue. Parlando specificatamente delle aziende la posizione sale di un gradino, 23° posto, ma non è una consolazione, visto che è ben al di sotto della media Ue. In particolare, solo il 10% delle pmi vende online contro una media Ue del 17%; solo il 6% effettua vendite transfrontaliere e solo l'8% circa dei loro ricavi proviene da vendite online; oltre il 37% delle imprese condivide informazioni per via elettronica all'interno dei propri dipartimenti aziendali, contro una media Ue pari al 34%". Se da un lato, quindi, prosegue, "con questa norma si punta ad incentivare le aziende verso la digitalizzazione, quello che manca ancora è la professionalizzazione dei lavoratori e dei manager in questa direzione". "Sempre il Desi - continua - ha mostrato come sia deficitaria anche la situazione in termini di competenze digitali di base e avanzate degli italiani (26° posto nell'indice capitale umano): solo il 44% degli individui tra i 16 e i 74 anni possiede competenze digitali di base (57% nell'Ue); la percentuale degli specialisti Tic (tecnologie per l'informazione e la comunicazione) rimane stabile, ma l'incidenza sulla forza lavoro è solo del 2,6%, rispetto alla media del 3,7% nell'Ue; la percentuale di laureati in possesso di una laurea in Tic da noi è solo dello 0,9%; bassa anche la percentuale delle donne specializzate in Tic (0,8%)". "Per cercare di compensare il gap - osserva Andrea Pietrini - le aziende italiane devono assolutamente accelerare nella direzione degli investimenti in tecnologia e il decreto Crescita può aiutare in questo e dall'altro innovare nel personale e farsi aiutare, se necessario, da figure esterne. Non è più il tempo delle attese e del passare la nottata, ma di cogliere tutte le opportunità che il mercato sta offrendo e che passano tutte dalla tecnologia e dai servizi che questa può offrire". "Oggi - avverte - parlare di It non significa fare riferimento a un qualcosa in più rispetto alla gestione aziendale, ma di un carburante che passa attraverso il motore per farlo girare. L'invito agli imprenditori è quello di farsi accompagnare nell'evoluzione aziendale della digitalizzazione da figure professioniste del settore e anche da manager con expertise trasversali, capaci di guidare strategicamente le decisioni". "L'imprenditore che guida un'azienda - sottolinea - deve avere una visione di lungo raggio e collaborare fianco a fianco di persone con expertise in aziende multinazionali o comunque di grandi dimensioni, senza preoccuparsi dell'investimento, perché le alternative contrattuali esistono e noi ne siamo l'esempio, con la medesima qualità di servizio".

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