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Lavoro, le regole per un colloquio perfetto

La rivista "Forbes" ha stilato l'elenco dei nove falsi miti sugli esaminatori

Andrea Tempestini
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Il colloquio di lavoro. Una sfida preceduta, in certi casi, da lunghe ore, se non giorni, di angoscia. Dubbi, prove davanti allo specchio, lunghe letture, illazioni, costruzioni mentali, paranoie, ansia ed eccitazione. Ma come ci si prepara davvero per un simile evento? Difficile dirlo, ma la rivista Forbes ha aiutato almeno a restringere il perimetro, individuando i nove falsi miti dei colloqui. Passiamoli in rasegna. 1) Esaminatori preparati - Non succede mai: gli esaminatori non si perparano. Oberati dal lavoro, di fretta, non hanno il tempo materiale per farlo (e, infatti, cercano nuovo personale). I curriculum vengono solo scremati, guardati in modo piuttosto superficiale: proprio per questo il curriculum deve contenere qualcosa in grado di catturare la (bassa) attenzione degli esaminatori in sede di scrematura. 2) Domande preparate - Nella stragrande maggioranza dei casi le domande non sono preparate. Anche per questo s'inizia sempre, o quasi, con "raccontami qualcosa di te". 3) Beve qualcosa? - Dicono sempre che sia bene accettare un caffè o un bicchiere d'acuqa, ma non è assolutamente una regola non scritta. Potete farlo, come potete al contrario rifutare cercando di restare il più possibile concentrati sulla "chiacchierata". 4) Referenze e materiali - Non è necessario presentarsi al colloquio con referenze o altri materiali: serve solo per certi lavori (editoria, giornalismo, scrittori oppure designer), 5) Risposta perfetta - Non esiste, per ogni singola domanda, una risposta perfetta. Chi esamina, secondo Forbes, è molto più attento alla forma in cui viene articolata la risposta rispetto al suo contenuto (che, però, non deve essere sottovalutato). 6) Risposte brevi - State sempre sì attenti a non straparlare, ma non bisogna esagerare ed essere troppo avari di dettagli. Il vostro obiettivo deve essere quello di fornire all'esaminatore informazioni utili, senza però apparire noiosi oppure ridondanti. 7) Capacità e aspetto fisico - Secondo molteplici ricerche, l'aspetto fisico nel colloquio di lavoro è importantissimo. Curare l'aspetto, insomma, è importante. Come è importante cercare di essere ordinati e sobri. 8) Dove ti vedi tra cinque anni? - Questa una delle domande classiche di un colloquio: di solito si ritiene che, con la domanda, l'esaminatore voglia misurare l'ambizione dell'saminato. Ma non è esattamente così: quello che si vuole "misurare" è l'entusiasmo di chi è seduto di fronte a loro. L'obiettivo dell'esaminatore è comprendere se c'è l'entusiasmo necessario per lavorare bene, con soddisfazione e, magari, a tempo indefinito nella nuova azienda. 9) Più qualifiche = più possibilità - Non è necessariamente vero il fatto che chi ha più qualifiche venga assunto a discapito di altri. Anche la simpatia, infatti, ha un ruolo. Dei candidati anche super-qualificati che danno l'impressione di poter incrinare l'armonia dell'ufficio possono infatti essere esclusi.

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