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Selvaggia Lucarelli e i rottamatori del punto G

Andrea Tempestini
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È stato messo un punto sul punto G. E il punto è che il punto G non esiste. Potrebbe sembrare uno scioglilingua (e questo è solo il primo doppio senso del pezzo), ma pare davvero che i sessuologi Vincenzo e Giulia Puppo (due che con questo cognome farebbero passare ogni fantasia pure a Trentalance), abbiano chiuso il caso dopo un lungo e documentato lavoro di ricerca. In pratica, affermano i due, il punto G non sarebbe altro che la parte terminale interna del clitoride e quindi, più ampia è e più può essere stimolata durante l'atto. Dunque l'orgasmo non è mai vaginale, ma sempre clitorideo e per il semplice fatto che né il punto G e dunque né l'orgasmo vaginale esistono. Arrivati fin qui, le donne avranno capito cosa stiamo dicendo, mentre gli uomini avranno già chiesto l'aiuto da casa, ma non temete amici maschi: da ora in poi sarò più chiara, così che finalmente possiate affermare con fierezza di essere pratici non solo di punti Apple in zona Milano, ma anche di punti G e teorie al riguardo. Intanto, stabiliamo che la faccenda ha sempre avuto dei lati oscuri. Il punto G sarebbe stato individuato per la prima volta da tale Ernst Grafenberg, un tedesco che evidentemente non aveva mai visto la Merkel quando cazzia l'Europa perché altrimenti avrebbe dubitato non solo del fatto che la donna possa avere un punto G ma pure le tette. Che poi diciamolo: arriva un uomo e afferma di aver trovato il punto G. Già. Ma la moglie lo sapeva? Qualcuno s'è mai preso la briga di chiederle cosa ne pensasse di questo suo marito luminare e sedicente speleologo del piacere femminile? E infatti, anni dopo, arrivò una precisazione. Grafenberg non aveva trovato un bel niente. Probabilmente come tutti gli uomini faceva fatica pure a trovare le mutande lavate nel cassetto, figuriamoci un micro-ispessimento vaginale. Gli scritti del Grafenberg erano stati criminosamente fraintesi da altri due dottori che, travisando alcune frasi, avevano creato il mito del punto G. Insomma, il punto G non è altro che un grande fraintendimento. E questo lo sapevamo. Noi urliamo e gli uomini pensano che sia piacere, mentre è disperazione. Per un secolo ci hanno convinte del fatto che il punto G fosse privilegio di alcune. Che non tutte lo avessero. Che per alcune ci fosse l'orgasmo vaginale, oltre al clitorideo. Che alcune potessero avere orgasmi di vari gusti come le capsule Nespresso, mentre altre si dovessero accontentare del macchiato caldo. E allora tutte giù a fingere, per non dover ammettere di non avere un punto G ma un sacco di punti interrogativi in testa, tra cui «e io mentre questo bofonchia senza neppure essersi tolto le Hogan col calzino Gallo dovrei raggiungere l'acme???». Ora ci dicono che no, l'orgasmo lo dà solo il clitoride, non la vagina. Che la vagina e il clitoride fanno sì parte della stessa area, ma tra di loro non c'è alcun contatto. Come Renzi e Civati insomma. Che finchè c'è Renzi non c'è Civati. E pure questo lo sapevamo. Poi però ci dicono che se il clitoride ha un'estensione di parecchi cm in effetti durante la penetrazione si potrebbe anche ottenere una qualche felicità. Ne consegue che da adesso le dimensioni conteranno anche per le donne e cominceremo a scrutarci sotto la doccia temendo di scorgere delle superdotate con clitoridi grossi quanto melograni. Un dottore, tale Jannini, s'è messo pure in testa di fotografarlo il punto G, tant'è che ha mostrato una serie di scatti che ne certificherebbero l'esistenza. Fortunatamente, prima che la tendenza prendesse piede e il punto G passasse ai selfie, è intervenuta un'altra dottoressa, Katy Sukel (una che con questo cognome spero non si presenti mai a un convegno di sessuologia in Italia) e ha detto che secondo lei è tutto molto fumoso. Che ha letto le conclusioni dei Puppo e si è un po' persa. Come gli uomini, del resto, che sull'anatomia femminile hanno da sempre le idee chiare quanto Rosy Dilettuso sull'Isis. E infatti, sono molto preoccupata per il gran numero di implicazioni che queste conclusioni sull'inesistenza dell'orgasmo vaginale provocheranno nel mondo maschile, soprattutto in considerazione del fatto che a molti uomini va ancora spiegata l'esistenza di quello clitorideo. In più, e qui i Puppo andrebbero trattati alla stregua di veri e propri criminali, ora che la scienza ha pensato bene di informarli del fatto che il punto G non esiste, gli uomini smetteranno di cercarlo. Di darsi da fare. Di simulare manovre esplorative. Che poi è il motivo per cui noi donne gli lasciavamo credere che il punto G esistesse. Adesso, si tratta solo di capire chi e perché abbia boicottato i nostri orgasmi simulati, le nostre bugie funzionali ad ottenere un po' di sana intraprendenza, la nostra fittizia mappatura anatomica. Chi diavolo c'è dietro ai Puppo? Secondo voci non ufficiali la sparizione del punto G sarebbe tutta una bieca manovra del Pd. Con i tesseramenti in calo, Renzi avrebbe partorito la prima idea di sinistra dal suo mandato: le donne sono tutte clitoridee, basta discriminazioni sociali e che si rottami la casta delle vaginali. Gesti forti, che dovrebbero dare nuova linfa al pensiero democratico. E intanto si fa più chiara la recente dichiarazione sul palco della saggia Pausini: «Yo la tengo como todos». Già, la teniamo tutte come todos. Senza l'ombra di punto G. L'unico punto G realmente esistente sulla faccia della terra resta il punto Gasparri: basta provocarlo, che lui si eccita immotivatamente. E che esista o meno, dà sempre grandi soddisfazioni. di Selvaggia Lucarelli @StanzaSelvaggia

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