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Vittorio Feltri, quello che gli altri non ammettono sulla nostra vita sotto alle lenzuola

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Gino Coala
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Estate, vacanze, tempo di amori e di tradimenti. Sul nostro quotidiano abbiamo iniziato a ospitare le storie di corna di voi lettori. Inviateci dunque le vostre esperienze a [email protected], i vostri colpi di testa, i vostri tormenti e pentimenti. Scrivete di un tradimento fatto o patito o confessate quello che non avete mai avuto il coraggio di dire nemmeno a un amico. Saremo lieti di ricevere e pubblicare le vostre testimonianze. Caro Direttore, molto coinvolgente la posta del cuore estiva "secondo Libero". Ammirevole, in quanto suggerito da un uomo (in genere tendono a non perdonare) il tuo consiglio al lettore che ha raccontato della moglie traditrice, suggerendogli di cercare di riconquistarla. Ma secondo me è difficile ricucire. Quanto mi sono sposata, molti anni fa, credevo nell' intelligenza e nell' ironia di mio marito, le uniche doti che mi seducono in un uomo. Mai mi sarei aspettata di vivere una storia in anticipo sui tempi di oggi, intendo quella libertà del sesso in tutte le salse e ovunque, dagli scambi di coppia alle navigazioni in rete. Il mio (allora) marito, più grande di me, era un ricercatore geniale (frequentava già la Silicon Valley quando nessuno sapeva ancora che posto fosse), ammiravo la sua inventiva tecnologica. Leggi anche: Feltri, la verità dolorosa: "La tua donna ti ha messo le corna? Dispiace, ma..." Qualche mese dopo il matrimonio, lui inizia a fare discorsi curiosi, del tipo che la fedeltà non esiste, che siamo tutti inclini al tradimento. E mi chiese se ero d' accordo sul fatto che il tradimento fa male, perché avviene all' oscuro di una delle due parti, è estraneo alla vita in comune. Non capivo dove voleva andare a parare, ma sentii il mio cuore farsi piccolo piccolo, intuivo la tempesta. Infatti. Cominciò a dirmi: «Sai micina mia, io non voglio farti del male, ma sono convinto che prima o poi ci tradiremo. È nella natura umana, lo farò io, ma lo farai anche tu, è inutile cercare di mentirsi. Non conosco una coppia, nel nostro giro, che si mantenga fedele. E allora sai qual è l' unico modo per non tradirsi e nello stesso tempo non cadere nella noia e nell' usura del sesso che si ripete?». Non lo sapevo, ma lo intuii. Insomma la sua proposta era quella di farlo insieme, sesso a tre. Magari cambiando, una volta con un uomo, un' altra con una donna, tanto per soddisfare entrambi. Gli dissi di tutto, piansi, e lui cercò di consolarmi, ma non smise di ribadire la sua teoria. Ed era come se fosse implicita la minaccia della fine del matrimonio, se non avessi aderito alle sue richieste. Ero giovane e disperata, non volevo perderlo, mi sembrava che la vita sarebbe finita lì (e invece quante ne sono capitate), dissi a me stessa che forse avrei dovuto cercare di accontentarlo, così magari poi gli passava, e sarebbe tornata la pace, una volta esaurita la curiosità si sarebbe dedicato solo a me. Quando glielo dissi lui era al settimo cielo, e invitò a cena da noi una comune amica che a quanto pareva si era già prestata a giochetti nella cerchia delle conoscenze comuni. Lei arrivò tutta pimpante, io non riuscii a inghiottire neppure un boccone, la tipa lo baciava sul collo e allungava le mani pure su di me. Quando lui sturò una bottiglia di champagne, prese per mano la signora e tese l' altra a me, per dirigersi verso la camera da letto, mi alzai dalla sedia e dissi «Io me ne vado al cinema voi fate quello che volete». Quando tornai lei era andata via, mio marito disse che ero stata una scemetta. E, generoso, propose l' incontro con un suo collega ingegnere come contropartita. Immaginate la mia umiliazione. Tuttavia provai a perdonarlo. Ma non ci riuscii, e quando ci separammo, persino al giudice disse di ritenersi convinto che un giorno saremmo tornati insieme. Io invece volli il divorzio (senza chiedere una lira) e non ho mai più voluto vederlo. Gli amici dicevano che era stato un peccato, una così bella coppia. E alla fine, dopo il dolore, sono stata felice della decisione. Una ottusa moralista? Una santa? No, nel corso della vita (molti anni fa), una volta ho tradito anch' io. Fu per ripicca, e anche in quel caso la storia finì. C' è qualcosa nel mio Dna che mi spinge a rifiutare di metterci una pezza, forse lo trovo umiliante. Forse semplicemente se amo un uomo non mi interessa tradire, non è che io sia migliore di chi invece lo fa. Ma se ripenso ad allora mi viene da ridere: dovevo considerarmi una moglie cornuta oppure no, visto che il mio ex marito voleva rendermi partecipe dell' intrallazzo? di Bruna Magi Cara Bruna, faccio una premessa chiarificatrice. Tu hai sposato, senza forse saperlo, un porcellone. Dovevi esserne a conoscenza prima di salire all' altare con lui. Egli infatti non si è rivelato un normale cornificatore, bensì un tipo affetto da perversione acuta. Soggetti simili ne esistono parecchi e non sono tutti di genere maschile. Molte donne gradiscono a loro volta l' ammucchiata. Magari non la cercano esplicitamente, essendo pudiche o vergognose, ma la vogliono pur fingendo inizialmente di essere contrarie agli incroci. Non entro nel merito del tuo caso, che sicuramente hai descritto con sincerità. Desidero solo dirti che episodi come quello che hai vissuto sono molto ricorrenti, altrimenti non esisterebbero centinaia di locali in cui lo scambio di coppia è la ragione sociale dell' azienda. Se ti unisci in matrimonio con un signore dalla testa piena di grilli erotici ti devi rassegnare ai suoi capricci oppure lo mandi al diavolo, come hai fatto tu. Non comprendo il tuo stupore e le tue reazioni isteriche: il pianto, il rifiuto al momento di consumare. Non so se tu sia stata più ingenua o più stupida. Probabilmente entrambe le cose. Io con mia moglie non mi sono mai esercitato in maialate promiscue. E sto con lei da 50 anni, avendo celebrato le nozze d' oro il 15 giugno scorso. Non siamo santi, però siamo consapevoli che si fa già fatica a scopare in due, figurati in tre o quattro. Hai fatto bene a rifiutare certe proposte, se non ti andavano a genio. Tuttavia mi sembra tu abbia esagerato a separarti dal coniuge per il trascurabile incidente. Saresti stata più saggia se avessi parlato chiaro continuando la tua esistenza senza inscenare tragedie. Spaccare una unione per un capriccio diffuso non è mai vantaggioso. La solitudine non è più confortevole di una convivenza tribolata. Comunque la tua storia non ha nulla a che vedere con le classiche corna. Che di norma avvengono all' insaputa l' uno dell' altra e che comportano problemi specifici. Ignoro se tu sia stata infedele e non intendo indagare in proposito. Su questo delicato argomento ciascuno ha il diritto di tacere e perfino di mentire. Ciò che conta è rendersi conto che non merita una separazione, tantomeno un divorzio, la circostanza che lui o lei, indifferentemente, sia andato a fare la legna fuori dal bosco, come diciamo noi, con una metafora rustica, gente semplice delle montagne orobiche. Affermi che sia difficile risanare un rapporto guastatosi a causa di tradimenti e roba affine, e qui sbagli. Una toppa si può sempre mettere e continuare a volersi bene. L' orgoglio nel matrimonio è un cattivo consigliere. Sono preferibili la comprensione e la capacità di sopportare le reciproche debolezze. Il sesso non è fondamentale, sebbene importante. Dio ha sbagliato a dire: andate e moltiplicatevi. Doveva specificare con chi. In Inghilterra hanno svolto una inchiesta, ecco i risultati: tre figli su dieci non sono stati concepiti in ambito famigliare, ma con il contributo di un estraneo, pertanto la mamma non sarà zoccola però nemmeno un santa. Ergo le spose sono probabilmente meno pure degli sposi oppure entrambe le categorie fanno schifo. di Vittorio Feltri

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