I giudici impongono i nomi
"Venerdì si chiami Gregorio"
Ora i giudici t'impongono anche il nome di battesimo. Certo, Chiamarsi Venerdì non dev'essere facile, ma poi in fondo anche il nome scelto dalla Cassazione per il bimbo nato a Genova due anni fa, Gregorio Magno, è piuttosto impegnativo. E soprattutto non piace a mamma e papà. Loro, Mara Ortu e Roberto Germano, s'erano visti rifiutare la registrazione del piccolo da un ufficiale dell'anagrafe. Il dipendente pubblico ha dato il via alle procedure per il cambiamento d'ufficio del nome del bambino. Inutile appellarsi alle scelte bizzarre dei vip ( Francesco Totti e Ilari Blasi, che hanno chiamato la figlia 'Chanel', Jaki Elkann e Lavinia Borromeo che hanno chiamato Oceano il loro secondogenito, per esempio). Loro possono, Mara e Roberto no. Per la Cassazione, infatti, Venerdì è un nome «dal carattere ridicolo e suscettivo di ironia e scherno, in grado di arrecare un grave nocumento alla persona che lo porta» per il richiamo al nome del compagno di sventura di Robinson Crusoe (il romanzo di Daniel Defoe), «figura umana caratterizzata dalla sudditanza e dalla inferiorità che non raggiungerebbe mai la condizione di uomo civilizzato». «Per noi si chiama e si chiamerà sempre Venerdì, che è un nome bellissimo», dice ora Mara Ortu. «Mannaggia, siamo andati fino in Cassazione perché eravamo convinti che cambiando città si potesse vincere questa causa, molti avvocati ci davano ragione, è incredibile che questa storia finisca così». Lei e il marito continueranno a chiamare il bambino Venerdì, ma Mara non vorrebbe arrendersi neppure ora che l' ultimo giudizio è stato negativo: «Vorrei che ci fosse una autorità ancora superiore a cui rivolgerci - spiega - ma mi rendo conto che non è possibile. Sono veramente amareggiata, ci tenevo veramente a vincere questa causa perché non è giusto non potere scegliere il nome per il proprio figlio, non è giusto che lo Stato possa imporre un nome. Dire che Venerdì è un nome ridicolo è inoltre offensivo». Ora la coppia pensa a un secondo figlio, e vorrebbe chiamarlo Mercoledì: «Magari l'impiegata dell'anagrafe questa volta non ci fa caso, nessuno se ne accorge e noi viviamo in pace»...