Corridonia, il Duce in Comune
E' lite sull'affresco di Benito
Un Mussolini a cavallo che sbuca dalla pareti del municipio e che ha scatenato le polemiche nel tranquillo comune di Corridonia, in provincia di Macerata. Il nome della stessa cittadina ha un'origine fascista: anticamente si chiamava Pausala, ma il duce la volle “dedicare” alla memoria del sindacalista rivoluzionario Filippo Corridoni, nato proprio in quel luogo, mazziniano da giovane prima di convertirsi all'interventismo nel 1915 e morire durante la Grande guerra, nel 1915, in una trincea del Carso. Corridonia ha una piazza in stile razionalista intitolata all'uomo e un monumento risalente al 1936 di Oddo Alimenti, autore del contestato profilo di Mussolini scolpito nel Monte Pietrata nella Gola del Furlo, che Pino Rauti e camerati volevano far ricostruire nel 2006. "Corridonia non è Predappio" Ora però di mezzo c'è un ritratto nel quale Mussolini, come san Giorgio, schiaccia la testa di un drago, con tre aquile imperiali a fargli da contorno. E' l'opera di un pittore della provincia scomparso nel 1959, Guglielmo Ciarlantini. L'esistenza dell'affresco era accertata da tempo, ma ora ha fatto nuovamente capolino dietro la pittura. La giunta comunale, guidata da una lista civica, ha deciso di ripulire e imbiancare la sala consiliare e ora sorge il dilemma: che ne facciamo dell'affresco? Per il restauro occorrono una delibera ad hoc e finanziamenti consistenti, ma Massimo Cesca, assessore alla Cultura, non ha dubbi: “Il restauro del dipinto fa parte di un più ampio progetto” che comprende l'inaugurazione, a ottobre, della casa museo di Filippo Corridoni, la sistemazione della piazza intitolata all'eroe e la destinazione di un'aula della biblioteca comunale. Insomma, “non si vuole riabilitare nessuno, ma la storia va vista con gli occhi degli storici e non degli ideologi”. Ma i vecchi rancori stentano a morire e il segretario provinciale del Pdci, Giuseppe Pieroni, ha fatto sapere sui giornali locali di aver inaugurato anche un gruppo su Facebook per portare avanti la sua battaglia contro il restauro: “Corridonia non è Predappio”, dice e continua precisando che non si può fare prevalere la valutazione artistica sul significato effettivo dell'affresco. Tanto per concludere, mica si può ricavarne del turismo. Se non “quello dei naziskin o dei fascisti torchiati”.