Lombardia, il ghiacciaio Ventina spaventa: "Non sappiamo più come misurarlo"

sabato 23 agosto 2025
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Il ghiacciaio Ventina, uno dei più grandi della Lombardia settentrionale, si è sciolto a tal punto a causa dei cambiamenti climatici che i geologi non possono più misurarlo con i metodi utilizzati negli ultimi 130 anni. Dopo l’estate particolarmente calda di quest’anno, i geologi hanno scoperto che i semplici paletti utilizzati come punti di riferimento per misurare ogni anno la ritrazione del ghiacciaio sono ormai sepolti da frane, fusione della neve e detriti. Questo ha reso l’intero terreno troppo instabile per future visite di monitoraggio sul posto.

Il Servizio Glaciologico Lombardo utilizzerà ora immagini da droni e telerilevamento per tenere sotto controllo il continuo ritiro. Il ghiacciaio Ventina ha già perso 1,7 chilometri di lunghezza dal 1895, quando i primi punti di misurazione furono collocati alla fronte del ghiacciaio, hanno dichiarato lunedì i geologi. La fusione si è accelerata negli ultimi anni: negli ultimi dieci anni il ghiacciaio ha perso 431 metri, quasi la metà dei quali dal 2021. È un ulteriore esempio di come il riscaldamento globale stia accelerando lo scioglimento e il ritiro dei ghiacciai europei, con numerosi impatti ambientali e non solo. "Se continueremo a non agire per limitare le emissioni di gas serra nell’atmosfera e quindi contenere il riscaldamento globale, entro la fine del secolo il 90% del volume dei ghiacciai in Lombardia e nelle Alpi in generale è destinato a scomparire", ha dichiarato Andrea Toffaletti del Servizio Glaciologico Lombardo. I ghiacciai italiani, che si trovano lungo l’arco alpino e dolomitico al nord e lungo la dorsale appenninica che percorre la penisola, si stanno ritirando da anni, a causa delle nevicate insufficienti in inverno e delle estati da record in termini di caldo. I ghiacciai si sciolgono sempre un po’ d’estate, con l’acqua di fusione che alimenta torrenti e fiumi montani. Ma le estati sempre più calde significano che a fine stagione resterà sempre meno neve residua a ricoprire lo strato nevoso invernale. Secondo il Servizio Glaciologico Lombardo, le Alpi rappresentano un “hotspot climatico”, registrando un aumento delle temperature pari al doppio della media globale rispetto all’era pre-industriale, con la conseguente perdita di oltre il 64% del volume dei ghiacciai alpini.